Loris Naldoni lancia la sfida

Il candidato della lista civica. SìAmo Brisighella ha presentato. il suo programma. per battere il centrodestra.

Loris Naldoni lancia la sfida

Loris Naldoni lancia la sfida

Camicia azzurra sbottonata, sneakers e abbronzatura scolpita dal lavoro nei campi: Loris Naldoni si è ufficialmente calato ieri nell’agone elettorale come candidato della lista civica SìAmo Brisighella. Ai circa duecento concittadini assiepati nella Sala Cicognani si è presentato con poche brevi parole: "sono Loris, ‘quello della Corte dei Mori’", come tutti lo chiamano con riferimento al suo agriturismo arrampicato sulle colline che circondano la frazione di San Cassiano, dove è pure presidente dell’associazione di promozione sociale. Sin dai loro primi incontri riservati, coloro che hanno dato vita a SìAmo Brisighella avevano ben chiaro l’identikit del loro futuro candidato sindaco: qualcuno che provenga dal mondo agricolo, che abbia ben chiare le coordinate turistiche di Brisighella, e che possa farsi portavoce di tutti quei cittadini le cui case e i cui campi sono stati colpiti dalle frane che punteggiano il territorio comunale, e che da ormai un anno aspettano risposte. Qualcuno insomma in grado di portare nell’alveo dei civici almeno parte di quei voti che nel 2019 confluirono verso il candidato di centrodestra Massimiliano Pederzoli. Quello del 53enne Naldoni era parso da subito come il profilo corrispondente – considerata anche la sua esperienza amministrativa, come consigliere e poi assessore, fra il ‘94 e il ‘99 – ma i tempi sono stati più lunghi del previsto.

Probabilmente perché, si vocifera a Brisighella, la lista ha voluto essere certa di godere del potenzialmente decisivo via libera delle rappresentanze agricole locali, che si sarebbe materializzato nelle ultime settimane. Affiancato dalla giornalista e scrittrice Martina Liverani, Naldoni ha snocciolato i punti essenziali del suo programma, punzecchiando gli avversari di centrodestra sobriamente ma con animus pugnandi.

"La Brisighella che immagino non è un paese da liberare (il riferimento è alla discussa frase pronunciata dalla destra nel 2019 al momento della vittoria, ndr) ma un luogo con energie da liberare. Siamo partiti dal basso, dalle associazioni del territorio, tenendo lo sguardo in alto, ad esempio verso quel riconoscimento dei nostri Tre Colli a Patrimonio Unesco che chi ci governa sembra vera avere addirittura la paura di nominare. Presenteremo una lista di belle persone – prosegue Naldoni – donne e uomini che tutti già conoscete, che non si candidano per dividere, che non pensano che la manutenzione del territorio si faccia con l’asfalto, o che litigando con Faenza e Marradi si possa ottenere qualcosa per il nostro comune. E’ collaborando che si superano le difficoltà". Naldoni ce le farà? All’esterno c’è già chi fa calcoli: "nel 2019 la destra vinse per 160 voti – esamina un ex-amministratore –. Questo vuol dire, immaginando una sostanziale tenuta della partecipazione, che strappandole un centinaio di voti si vince. E almeno qualche decina di quelle cento persone sono già qui a questo primo incontro".

Filippo Donati