LUCA BERTACCINI
Cronaca

Medici di famiglia, la mappa dei trasferimenti a Ravenna

Pensionamenti e trasferimenti, la mappa dei dottori di famiglia. L’Ausl: "Non ci sono zone in sofferenza"

Un medico di medicina generale può avere tra i 1.500 e i 1.800 assistiti. La loro presenza è necessaria dove la popolazione anziana ha difficoltà a spostarsi. In alto Mauro Marabini, direttore del Dipartimento Cure Primarie

Un medico di medicina generale può avere tra i 1.500 e i 1.800 assistiti. La loro presenza è necessaria dove la popolazione anziana ha difficoltà a spostarsi. In alto Mauro Marabini, direttore del Dipartimento Cure Primarie

Ravenna, 21 gennao 2024 - In alcune zone della Romagna - vedi il Riminese - i pensionamenti dei medici di medicina generale rischiano di creare problemi ai loro assistiti. A fare il punto della situazione per Ravenna e relativa provincia è il dottor Mauro Marabini, direttore del Dipartimento Cure Primarie e Medicina di Comunità Ravenna.

Dottor Marabini, quale è il quadro dei medici di famiglia nel nostro territorio?

"Partiamo da un principio di carattere generale. Rispetto a qualche anno fa le carenze di organico vengono coperte con maggior differimento temporale. Una situazione che si è venuta a creare con il covid".

Detto questo, come funziona il reclutamento dei medici?

"La Regione Emilia Romagna pubblica due bandi per coprire le zone carenti. Il primo, in marzo, per coprire la situazione cristallizzata a fine 2023. Le assunzioni relative a questo bando sono previste in settembre-ottobre. A novembre poi è previsto il secondo bando, il cui contenuto dipenderà dalle variazioni di organico avvenute nel periodo marzo-ottobre 2024. Noi, sulla base dei pensionamenti previsti, informiamo la Regione, così che poi vengano fatti bandi che tengano conto delle uscite dal mondo del lavoro".

A che età va in pensione un medico di medicina generale?

" L’età minima è 62 anni, la massima 72. Servono 38 anni di contributi. Dobbiamo poi considerare, in questo quadro, le cause impreviste come decessi, malattie, cessazione dell’attività lavorativa perché si cambia ambito".

Quanti sono a Ravenna e provincia i medici di medicina generale?

"250, considerato i titolari degli incarichi sia i sostituti temporanei".

Il numero è congruo?

"Sì, è più che sufficiente. È chiaro che se viene meno un medico in una frazione di mille abitanti, questo ha un effetto, se invece a Ravenna e relativa periferia i medici - per fare un esempio - da 60 diventano 55 o una settantina, cambia poco".

Quanti saranno quest’anno i medici di famiglia che andranno in pensione?

"Parto dai colleghi che dal 31 dicembre dal 31 marzo andranno in pensione, come previsto. Si tratta di 7 medici. Altri 7 sono quelli che smetteranno di fare questo lavoro per altri motivi - magari qualcuno si è trasferito altrove, altri sono passati di ruolo -: per farla breve i posti che stanno diventando vacanti sono già coperti".

Esistono zone in sofferenza per la mancanza di un medico di famiglia?

"Direi di no. Certamente qualche assistito può avere disagi se il suo medico si è spostato di qualche chilometro, però il mondo - e la medicina... - sta cambiando, quindi bisogna adattarsi. Si va verso le aggregazioni di medici nelle Case della Salute e nei Nuclei di cure primarie: la risposta non la dà più il singolo professionista, ma un’équipe. Non esiste una relazione diretta tra il numero dei residenti e il numero degli assistiti del medico, perché, per fare un altro esempio, c’è chi lavora in altre città rispetto a dove ha la residenza e lì si fa curare".

Quante persone cura un medico di famiglia?

"Il massimale è 1.500, poi ci sono state deroghe in questi anni e si è arrivati a 1.800. Nel futuro lo stipendio sarà composto in parte da una parte proporzionale al numero degli assistiti, e da una per altri servizi svolti come assistenza domiciliare, ex guardia medica, ospedali di comunità e via dicendo".

La professione, insomma, sta cambiando?

"Sì, non esiste più la figura del medico condotto che si spostava col calesse e conosceva uno per uno i suoi assistiti. La tendenza è di aggregare i servizi, e poi c’è la telemedicina: non ha più senso andare dal dottore per ripetere la ricetta. Si va in farmacia. Per fortuna sono ancora diffuse".