REDAZIONE RAVENNA

Mette il nome di un prete su chat erotiche

A processo per stalking una 38enne: aveva creato falsi profili della compagna dell’ex marito e del sacerdote che tenne il battesimo

Mette il nome di un prete su chat erotiche

Forse perché in astio con l’ex marito, secondo l’accusa aveva inserito su un sito di annunci a luci rosse – bakecaincontri – dati personali e numero di telefono della nuova compagna dell’uomo. La quale, anche sul telefono di casa, per un lungo periodo si è vista costretta a rispondere a chiamate e messaggi di uomini che le proponevano incontri a sfondo sessuale. Chiamate con le quali l’ignara donna, e talvolta anche i suoi figli, veniva molestata persino in orario notturno, in tal modo provocandole un grave stato d’ansia e di paura, anche per la propria famiglia.

Per questo una 38enne di Forlì, difesa dall’avvocato Rossella Ceccarini, è a processo per sostituzione di persona e stalking. Le vittime – madre e due figli – sono parti civili con l’avvocato Luca De Tollis e chiedono i danni per una vicenda dai contorni che andranno chiariti e precedente al 2021: se l’imputata, in fase di indagini, si è sempre dichiarata estranea ai fatti contestati, lo stesso marito della vittima riteneva che la separazione dalla 38enne fosse avvenuto senza particolari strascichi. A individuare quest’ultima come presunta artefice di un così diabolico piano di vendetta sono state le indagini dei carabinieri e già alla prossima udienza di giugno saranno sentiti i primi testimoni.

La parte offesa, in buona sostanza, riceveva richieste, foto e messaggi espliciti di uomini, secondo la Procura a loro volta tratti in inganno dall’imputata circa la reale identità della persona che si offriva sulla chat erotica. Oltre a lei, c’è un altra vittima: si tratta di un sacerdote di una chiesa faentina, la cui unica colpa sarebbe stata quella di avere celebrato un battesimo per quella famiglia. Anche lui sarebbe finito nel mirino dell’imputata, la quale avrebbe creato un falso profilo con il quale il religioso si offriva sulle chat per incontrare altri uomini. La foto di quel battesimo, inoltre, aveva finito per circolare nella rete degli incontri a sfondo sessuale.

La vicenda è arrivata davanti al giudice Antonella Guidomei dopo che inizialmente aveva preso strade diverse. Il parroco non si è costituito parte civile. A farlo erano stati la donna, bersagliata suo malgrado dalle richieste di incontri erotici, e i suoi figli. L’indagine si era inizialmente divaricata in due filoni e mentre un Pm chiedeva il rinvio a giudizio, un secondo optava per l’archiviazione, alla quale il legale De Tollis si era opposto, ottenendo l’imputazione coatta da parte del Gup Corrado Schiaretti e l’unione dei procedimenti.

l. p.