"Minacciò i vicini con un martello", assolto settantenne faentino

Un settantenne faentino è stato assolto dai reati di violenza privata, minaccia aggravata e porto abusivo di arma bianca. L'accusa sosteneva che l'uomo avesse bloccato la strada con dei ceppi di legno e minacciato i vicini con un martello. Tuttavia, le denunce sono state ritirate e l'avvocato difensore ha sottolineato la condizione psichica del suo assistito. Il giudice ha quindi stabilito che il fatto non sussiste.

Violenza privata, minaccia aggravata e porto abusivo di arma bianca. Questi erano i reati per cui era a processo un settantenne faentino, difeso dall’avvocato Guido Pirazzoli, che ieri in tribunale a Ravenna è stato assolto dal giudice Cristiano Coiro (pm Francesco Coco) perché il fatto non sussiste.

L’episodio contestato risale al 21 gennaio 2022 quando nelle campagne faentine ci fu un acceso confronto tra vicini. Per l’accusa il settantenne aveva sbarrato la strada con dei ceppi di legno, impedendo ai vicini di accedere e uscire dalle case. Inoltre, l’uomo li aveva minacciati con un martello in mano. Da qui le denunce, in seguito ritirate da un paio di vicini, che avevano fatto partire le indagini fino al processo. Ieri mattina in tribunale a Ravenna il pm Francesco Coco ha chiesto sei mesi per il settantenne, mentre l’avvocato Guido Pirazzoli ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste o, in subordine, per tenuità del fatto.

Il difensore dell’imputato ha parlato di una particolare condizione psichica del proprio assistito che all’epoca dei fatti temeva che qualcuno volesse avvelenarlo. Per questo motivo aveva messo alcuni ceppi di legno in strada. L’avvocato Pirazzoli ha poi sottolineato che due vicini hanno ritirato le querele contro il proprio assistito e, per quanto riguarda una terza vicina, non c’era comunque contiguità spaziale nella violenza privata, visto che l’imputato era a cinquanta metri da lei. Inoltre, la minaccia col martello che l’uomo utilizzava per i lavori di casa, sarebbe avvenuta a distanza, dunque non c’è stata offensività. Il giudice infine ha assolto l’uomo.