Mondi sommersi "Anche nell’antichità c’erano i subacquei E io ve li racconto"

Faustolo Rambelli, fondatore e presidente del Centro iperbarico, presenterà sabato prossimo due libri a Casa Melandri: "Erano anni che pensavo di scriverli, fondamentale l’incontro con Rossella Paternò".

Mondi sommersi  "Anche nell’antichità  c’erano i subacquei  E io ve li racconto"

Mondi sommersi "Anche nell’antichità c’erano i subacquei E io ve li racconto"

Per Faustolo Rambelli il mondo sommerso, il mondo delle immersioni ha fatto parte delle avventure sportive, del proprio lavoro, degli interessi culturali; è stampato nel suo dna e come tale ne determina le azioni, che oggi sono essenzialmente pubblicistiche. Le sue ultime due fatiche editoriali edite da Mandragora riguardano appunto quel mondo: la prima, ‘L’uomo subacqueo nei manoscritti del Quattrocento’ porta il lettore alla scoperta di quanto sia antico l’interesse dell’uomo per la pratica subacquea, l’altra ‘I lavori di recupero della R.N. Leonardo da Vinci (1920)’ racconta l’impresa che riportò in superfice la corazzata capovoltasi e affondata davanti a Taranto la notte del 3 agosto 1916 a seguito dell’esplosione delle munizioni che aveva a bordo.

Il primo libro ha visto all’opera oltre a Faustolo, la ricercatrice Rosella Paternò, per il secondo Rambelli è stato affiancato da Alessandro Scuotto. Entrambi i volumi saranno presentati sabato alle 17.30 a Casa Melandri. Interverranno Fabio Vitale presidente della Historical Diving Society (società con sede a Marina che edita una rivista specializzata), Marco Mascellani, Capitano di Vascello, incaricato della pubblicistica della Marina Militare, e Rossella Paternò.

Faustolo Rambelli è presidente del Centro Iperbarico di cui fu fondatore nel 1989 con Franco Nanni (recentemente scomparso) con il quale negli anni Sessanta aveva fondato la società Ra.Na. specializzata nei lavori subacquei. Entrambi costituivano peraltro la spina dorsale della Sub Delphinus fondata nel 1955 e in quegli anni all’avanguardia in Italia nello sport subacqueo. Proprio la Sub Delphinus, nel ‘69 e nel ‘71, fu la protagonista dei due esperimenti di vita e lavoro nel fondo del mare con le capsule Delfino I e Delfino II. Negli anni 90 Rambelli, con la HDS Italia, fondò il Museo delle Attività Subacquee a Marina di cui è stato presidente fino al 2000. "Sono anni che pensavo a un libro per raccontare come l’uomo nel corso dei secoli, si sia approcciato all’ambiente marino. Qualche anno fa ho incontrato Rossella, era in Baiona per alcune immersioni, e gliene ho parlato sapendo del suo interesse per il mondo subacqueo e per la sua conoscenza del tedesco e del latino. Rossella ha fatto un lavoro encomiabile, trovando migliaia di documenti e immagini, disegni, schizzi, un campo molto, troppo ampio per un unico volume e così abbiamo deciso di concentrarsi sul 1400. Ne sono uscite 300 pagine". A spingere l’uomo sott’acqua sono stati, fin dall’antichità, interessi di ordine pratico: la ricerca di tesori o merci affondate, la difesa militare, l’azione di guerra. Fra i primi a scrivere di mezzi per respirare sott’acqua c’è Aristotele e siamo a metà del 300 a. c. e il riferimento è alla ‘cerbottana’ che si ripresenta poi più volte nei secoli.

Il libro raccoglie immagini e notizie, molte delle quali inedite, trovate nelle ricerche svolte nelle biblioteche di vari Paesi europei, fra cui la Germania. Le immagini sono relative ai vari marchingegni inventati (fra cui Leonardo) per far respirare e lavorare l’uomo sott’acqua: tute e caschi in pelle con tubo e vesciche animali, spugne, otri e campane rovesciate e tanto altro. Fra gli inventori di apparecchiature ci fu anche Leonardo. Più difficile comprendere quanti di questi marchingegni fossero stati poi sperimentati all’epoca: valutazioni tecniche eseguite nel tempo, è la conclusione di Paternò e Rambelli, depongono per risultati estremamente negativi.

Carlo Raggi