Nel 2024 a Faenza aprirà il Cau in viale Marconi

Si tratta del Centro di assistenza e urgenza, sul modello di quanto già avvenuto a Ravenna e a Cervia

Nel 2024 a Faenza aprirà il Cau in viale Marconi

Nel 2024 a Faenza aprirà il Cau in viale Marconi

È di queste ore la conferma che nel 2024 partiranno i lavori per dare vita nel sito della Fiera, in via Risorgimento, alla seconda Casa della salute della città.

Il via libera agli interventi non è l’unica novità in campo sul fronte della sanità. Già nell’arco di quest’anno dovrebbe infatti debuttare pure a Faenza il Centro di assistenza e urgenza, sul modello di quanto già avvenuto a Ravenna e a Cervia.

Per il cosiddetto Cau sarebbe già stata individuata una sede, nel complesso di viale Marconi in cui già sono presenti una farmacia comunale e una medicina di gruppo. L’approdo del Cau a quanto pare sarà anticipato da una campagna di informazione fra i cittadini per chiarire in cosa consistano le attività dei Centri di assistenza e urgenza: fondamentalmente, al contrario di quanto il nome potrebbe suggerire, si tratta di luoghi in cui dovrebbero essere curati tutti coloro che oggi al Pronto soccorso sono costretti a lunghe ore di attesa in quanto classificati come codici verdi o bianchi. Sulla carta sembrerebbe semplice, ma il confine tra ciò che è urgente e ciò che non lo è appare più sfumato: il caso sulla bocca di tutti è quello relativo al paziente deceduto poche settimane fa al Cau di Budrio, nel bolognese. Un caso su cui la Regione si è affrettata a smentire l’esistenza di una correlazione con le attività del Cau, ma cui poi è puntualmente seguito uno scontro di portata ciclopica fra i sindacati dei medici e l’Ausl, complice anche il fatto che i Cau sono nel mentre stati individuati puree quali luoghi deputati a coprire nei giorni festivi e prefestivi l’attività delle ex-guardie mediche.

A Faenza, al di là dell’arrivo del Cau, la Continuità assistenziale (cioè l’ex-guardia medica) dovrebbe rimanere attiva: si tratta del servizio cui normalmente si rivolgono i cittadini nelle fasce orarie in cui non possono accedere ai medici di medicina generale.

Nonostante lo scontro tra medici e Ausl circa la natura dei Cau, l’azienda sanitaria romagnola ha deciso di implementare questo servizio anche sul territorio faentino: la convinzione è che, così come sono strutturati oggi, i reparti di Pronto soccorso non funzionino più, e che per renderli nuovamente efficienti sia necessario dividere la loro attuale platea, inviando i casi meno gravi al Cau.

Si tratta dell’unico modo, sostiene l’Ausl, per fare in modo che nuovo personale approdi ai Pronto soccorsi, ed evitare che i concorsi finiscano con l’andare deserti.

Filippo Donati