Omicidio di Castello, indagine tutta in salita

A un mese dalla morte del cacciatore Felice Orlando mancano ancora movente e arma del delitto, oltre all’assassino. Tante le ipotesi

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Un mese esatto. Un mese di buio totale sull’omicidio del 49enne cacciatore Felice Orlando, freddato nel tardo pomeriggio di sabato 29 ottobre, nei frutteti di Castel Bolognese, e rinvenuto cadavere il mattino seguente dal padre, a poche centinaia di metri dalla loro abitazione di via Barignano. Le indagini del Nucleo investigativo dei carabinieri, da allora, non si sono mai interrotte. Sono state sentite centinaia di persone, cacciatori e vicini di casa, ma anche familiari, amici, colleghi di lavoro e semplici conoscenti. Ma al momento, oltre all’assassino, mancano ancora elementi fondamentali come il movente e l’arma del delitto.

Si sono fatte svariate ipotesi, quella prevalente rimane uno screzio per motivi di caccia culminato in un delitto d’impeto, ma non si è mai escluso neppure quello di ruggini tra la vittima e contadini. A uno di questi, che si era ritrovato con le cisterne dell’acqua danneggiate da alcuni colpi, ormai da giorni sono stati sequestrati diversi fucili da caccia, dal calibro (16 o 20) compatibile con quello che potrebbe avere sparato a Orlando, che invece con sé aveva un fucile calibro 12 che non è mai stato trovato. È verosimile che vi possano essere già iscritti sul registro degli indagati, cosa indispensabile alla Procura soprattutto per potere compiere accertamenti tecnici altrimenti non possibili. Ma su questo e altri aspetti gli investigatori mantengono il più totale riserbo, convinti che eventuali fughe di notizie potrebbero danneggiare un’indagine partita in salita sin dal principio, in ragione del fatto che il corpo è rimasto per più di mezza giornata all’addiaccio ed esposto a una forte escursione termica tra ore diurne e notturne. È passato un mese esatto da quella notte, quella del passaggio tra l’ora legale e quella solare, e l’omicida è ancora a piede libero. Per compiere i necessari accertamenti tecnici – balistici, dattiloscopici e biologici – i Pm Daniele Barberini e Silvia Ziniti, titolari del fascicolo, si stanno avvalendo anche della collaborazione dei carabinieri del Ris, mentre si attende di conoscere l’esito di due consulenze affidate ad altrettanti specialisti: quella medico legale, per individuare con precisione l’ora della morte, e quella informatica sui numerosi supporti trovati nella disponibilità della vittima, che quel giorno con sé aveva un cellulare che l’assassino non gli ha sottratto, ritenendo non contenesse messaggi o colloqui da cui si potesse risalire a lui.

A caldo il medico legale intervenuto sul posto riteneva che il luogo dell’omicidio – due colpi, uno alla schiena da pochi metri e uno alla nuca da distanza ravvicinata, con la vittima già a terra – potesse essere diverso da quello in cui è stato trovato il corpo, che lungo il fossato tra due filari potrebbe essere stato trascinato. A dimostrarlo sarebbero i coaguli di sangue rivenuti in quantità e dimensioni non compatibili con l’uccisione sul posto. Ma i carabinieri dell’Investigativo non sarebbero troppo persuasi da questa ipotesi, che ora si sta cercando di approfondire. Del resto, perché l’assassino avrebbe dovuto spostare un corpo, tra le 18 e le 19 di quel sabato, quindi ancora all’imbrunire, col rischio di essere visto? La sottrazione del fucile si spiega, invece, con l’ipotesi che l’omicida possa essere venuto a contatto con quell’arma, magari dopo averla toccata nel corso di uno screzio verbale con Orlando. Gli investigatori hanno ricostruito decine di episodi di screzi di caccia, inizialmente negati dal mondo venatorio della zona. Mancano assassino e movente, ma una cosa è certa: l’Arma farà di tutto per non lasciare impunito questo delitto, come purtroppo successo nel caso degli omicidi del metronotte Salvatore Chianese, ucciso tra il 29 e il 30 dicembre 2015, alla cava Manzona Vecchia di Savio, e poco prima quello di Mor Seye, l’ambulante freddato il 12 settembre dello stesso anno, in pieno giorno, mentre mangiava una mela seduto su un pattino sulla spiaggia di Casal Borsetti.

l. p.