One è il primo cane in Italia con un arto bionico

Bagnacavallo, la storia del border collie di Franco Faccani. Una zampa è stata amputata a seguito di una frattura

One è il primo cane in Italia con un arto bionico

One è il primo cane in Italia con un arto bionico

Vive a Bagnacavallo il primo cane dotato di un arto bionico fisso. Si tratta di One, border collie dal manto color ‘sable’, campione di agility, di proprietà di Franco Faccani, dirigente della cooperativa Rose e Fiori di Bagnacavallo. A gennaio, a causa di un infortunio sul campo di allenamento, One ha riportato la frattura del carpo della zampa destra.

Quello che sembrava un incidente facilmente risolvibile, si è rivelato molto più insidioso al punto che i medici hanno ritenuto necessario amputare. Quello è stato l’inizio di un capitolo nuovo nella vita sia di One sia di Franco. "Quando mi hanno comunicato la diagnosi, non mi sono arreso – racconta –. Sapevo di un centro all’avanguardia a Cremona, specializzato in protesi. Sono andato con la speranza di salvare la zampa di One ma ormai la necrosi della parte finale del piede insorta dopo l’inserimento delle placche che avrebbero dovuto ricomporre la frattura, era troppo radicata. Anche a Cremona mi hanno detto che era necessario amputare. La scelta era fra tagliare tutta la zampa o tentare di limitare l’intervento solo alla parte finale, dal ginocchio in giù per poi inserire una protesi. Ho deciso di rischiare e di attivare la seconda soluzione".

L’intervento innovativo che ha permesso di applicare all’osso una endoprotesi alla quale ora è avvitato il piede bionico "è stato eseguito – continua Franco - da Luca Vezzoni. Dopo due mesi trascorsi a fare tanto nuoto per mantenere l’arto in movimento e consentire all’ endoprotesi di integrarsi con l’osso, a One è stata applicata la protesi in titanio. Come gliel’hanno messa – continua Franco – l’ha subito usata. Ora cammina come se non avesse una protesi ma il suo piede vero. È il primo intervento di questo tipo eseguito su un cane. Credo si tratti di una strada aperta a tutte le possibili evoluzioni. One non è un cane, è la mia ombra. Quando si è trattato di scegliere non ho avuto dubbi nel tentare di assicurargli il meglio".

One non potrà più gareggiare nella disciplina dell’agility in cui doveva indossare i colori nazionali, ma potrà tentare con l’agility in acqua. "Sto studiando il modo per impermeabilizzare il punto di contatto della protesi per evitare che si possano sviluppare eventuali infezioni – sdice –. One ha uno spirito competitivo unico e devo stare attento a tenerlo perché diversamente spaccherebbe il mondo. L’unico particolare da migliorare ora è l’aspetto estetico della protesi – conclude Franco –. A breve faremo un proteggi protesi con una stampante in 3d, così One potrà avere una zampa del tutto simile a quella vera".

Monia Savioli