CARLO RAGGI
Cronaca

Ortazzo Ortazzino, prove di intesa: "L’alternativa è il tribunale"

Contatti in corso fra il Parco Delta del Po e l’altra l’attuale proprietà dell’area naturalistica

Ortazzo Ortazzino, prove di intesa: "L’alternativa è il tribunale"

Ortazzo Ortazzino, prove di intesa: "L’alternativa è il tribunale"

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Lettere, mail, qualche telefonata: ci sono contatti per cercare di dare una soluzione transattiva alla intricata vicenda dell’Ortazzo e Ortazzino. Protagonisti dei contatti sono da una parte l’Ente Parco Delta del Po e dall’altra l’attuale proprietà dell’area naturalistica (una società controllata dalla Giugno srl di cui la Cpi Real Estate Italy è socia di minoranza) e la Gobbino srl, del gruppo ferrarese Mazzoni, attuale ‘promissaria acquirente’ dell’intera area (a seguito del compromesso firmato nell’agosto scorso), molto nota a livello nazionale sul fronte agroalimentare.

Dice Mirko Bertaccini, general manager della Cpi: "Siamo alla ricerca di una soluzione di buon senso, come peraltro avevo proposto fin dall’inizio di questa vicenda. Al momento si sta verificando se ci sono le condizioni per giungere a un accordo. In caso contrario sarà un tribunale a decidere, ma con un dispendio notevole di tempi ed energie. Mi auguro proprio che si trovi un punto di convergenza".

Questo approccio a trattative è la prima (e ovvia) conseguenza dell’opposizione, a novembre, da parte di Cpi Real Estate, all’esercizio del riscatto sull’area notificato dal Parco del Delta. Come si ricorderà, l’Ente Parco, appoggiato dalla Regione e dal Comune di Ravenna e su indicazione di uno studio legale bolognese, aveva notificato la volontà di esercitare il riscatto sulle aree A e B (di tutela assoluta) per un valore di 437mila euro, sostenendo che non erano state rispettate le procedure formali relative all’esercizio del diritto di prelazione all’acquisto quando, alla fine del 2022, la allora proprietà ‘Immobiliare Lido di Classe’ aveva stipulato il compromesso di vendita con la Cpi Real Estate Italia. Una iniziativa legale, questa, che la Cpi Real Estate ha subito contestato asserendo che tutte le formalità erano state rispettate e che di questo c’era copiosa documentazione. A quel punto, come abbiamo più volte fatto notare, le strade per uscire dallo stallo sarebbero state due: una trattativa fra le parti o il ricorso al tribunale civile, col rischio, nel caso di soccombenza dell’Ente Parco, dell’apertura di uno scenario di notevole portata come il risarcimento dei danni economici subiti dalle società interessate. E come era prevedibile ora è in corso il primo passaggio, ancora alle battute iniziali, ma che, come sottolinea Bertaccini, "lascia ben sperare". La proposta avanzata dall’attuale proprietà sembra essere la seguente: cessione delle aree A e B all’Ente Parco per una somma che tenga conto dei valori originari (la Immobiliare Lido di Classe a fine 2022 vendette tutta l’area, compresa la zona C, a tutela attenuata, ma sempre vincolata al divieto di costruire, per una somma di 604 mila euro), mentre l’area in zona C viene ceduta alla Gobbino srl (già presente in zona con terreni agricoli) che potrebbe utilizzarla per attività private.

La Gobbino srl, come si sa, è la società che nell’agosto scorso firmò con la Cpi Real Estate il compromesso per l’acquisto di tutti i circa 500 ettari (470 per la precisione) dell’Ortazzo e Ortazzino (zona A, B e C) per una somma di un milione e 60mila euro. Somma che, nell’eventualità di un giudizio civile con soccombenza del Parco, sarà tenuta presente per la voce risarcimento danni nel caso in cui, anche per motivi connessi ai tempi lunghi della giustizia civile, quel compromesso dovesse essere stracciato mandando così in fumo l’afflusso di quell’ingente somma, ieri nelle casse della Cpi Real Estate e oggi, con le recenti operazioni di controllo azionario, nelle casse della Giugno srl.