Questa mattina, alle 10.30, al circolo Arci di San Pietro in Trento, il Consiglio territoriale di Roncalceci, la società sportiva Audace e il comitato cittadino di San Pietro in Trento, premieranno Patrizia Savorani. È il giusto riconoscimento dopo il successo nel campionato mondiale di ‘Spartan Race’, disciplina di corsa ad ostacoli che, sulla distanza di 21 km, coniuga forza fisica e resistenza. Insomma, uno sport non per tutti. Patrizia Savorani, mamma di Timothy (che gioca a basket) e compagna di Christian (che gestisce una palestra a Forlì), ha 42 anni, abita a San Pietro in Trento, ed è infermiera all’ospedale di Forlì. È stata campionessa d’Italia nel 2021 e nel 2022 nella categoria 40-44; sesta ai Mondiali del 2022; quarta agli Europei dello scorso anno, fino al trionfo iridato del 6 dicembre 2023 ad Abu Dhabi.
Contenta del premio?
"Non me l’aspettavo. Sono davvero felice di questo riconoscimento, perché arriva dalla mia comunità. Una comunità che ha imparato a conoscermi in questi anni di allenamenti. Sono in tanti infatti quelli che, durante le sedute, mi fermano per la strada, curiosi di capire lo sport che pratico. Ed è bello condividere con loro i miei successi".
Quante volte si allena?
"Svolgo 5 sedute alla settimana, 3 di corsa e 2 di forza".
Ma come si fa a conciliare tutto?
"È impegnativo, lo ammetto. Non è semplice, però le soddisfazioni sono tantissime. Devo ringraziare la mia famiglia, perché mi aiuta e mi supporta. Il resto lo fanno la passione e la dedizione, che mi spingono ad alzarmi presto la mattina e ad allenarmi anche la domenica".
In cosa consistono le gare? "C’è la corsa, la forza e la resistenza. Si superano gli ostacoli, e serve dunque un certo tipo di preparazione, fatta di forza fisica, agilità e tecnica".
Che ruolo ha l’aspetto mentale?
"Fondamentale. Se non c’è la forza di volontà, diventa dura, perché, il dispendio di energie, è notevole. Senza stimoli e obiettivi, è difficile mantenere certi ritmi".
Che tecniche utilizza?
"L’ipnosi, anche durante la gara com’è successo al Mondiale, mi aiuta a distogliere il pensiero dal dolore e dai problemi, permettendomi di restare concentrata sull’obiettivo, superando la crisi".
Cosa le ha ‘dato’ lo ‘spartan race’?
"Ogni giorno siamo chiamati a confrontarci con incertezze, problemi e ostacoli. Ecco, lo ‘spartan race’ è una bellissima metafora della vita. Questa disciplina mi ha aiutato a non arrendermi mai. Se cadi, o non superi l’ostacolo, sai che ti devi rialzare ed allenare per fare meglio".
Come si arriva all’agonismo a 30-40 anni?
"Da giovane avevo praticato il nuoto, ma non ero riuscita a misurarmi con l’agonismo. Ho continuato a fare sport, poi, 9 anni fa, mi sono avvicinata allo ‘spartan race’ ed è stata una rivelazione, perché unisce la corsa, che è la mia passione, con lo stimolo degli ostacoli da superare. Ho iniziato a fare le gare per gioco, fino a scoprire la competizione e, con essa, anche i primi risultati".
Ci vuole un ‘fisco bestiale’? "No, servono costanza e impegno".
Sembra di capire che a casa sua, il divano sia ancora nuovo...
"Effettivamente non lo uso molto".
Prossimo appuntamento agonistico?
"Il 20 aprile a Gubbio, per la prima prova del Campionato italiano".
Roberto Romin