Perché escludere Italia Viva dal Patto federativo?

L'ex consigliere comunale del Pri, Germano Sama, critica il ventilato Patto Federativo tra Calenda e il Pri, definendolo ridicolo e escludendo Italia Viva come forza politica determinata. Sama esprime amarezza e dubbi sulla capacità di Calenda di mantenere gli accordi politici.

In merito al ventilato Patto Federativo fra Calenda e il Pri emerso in questi giorni sui media, mi preme intervenire come ex consigliere comunale repubblicano, al di là dei rapporto di sincera amicizia con il vicesindaco Fusignani che ho sostenuto e, assieme a lui Mingozzi, nelle campagne elettorali amministrative.

Ritengo che nell’agone politico ci sia un limite a tutto. Ricordo che nei mesi scorsi lo stesso Fusignani aveva dichiarato improponibile questa nuova alleanza e riproporla ora mi pare un po’ ridicolo. Mi chiedo anche perché, se l’obiettivo è strutturare un’area politica liberalmente democratica, riformista, laica, repubblicana, con visione atlantista, da questo Patto Federativo escludere Italia Viva che mi sembra la forza politica più determinata e coerente.

Sono molto amareggiato. Il Pri è sempre stato nel mio cuore in oltre 40 anni di appartenenza, un partito unico nella storia. Per finire voglio esprimere un dubbio. Calenda non ha mantenuto il patto che aveva concluso con il Pd, non ha mantenuto il patto che aveva concluso con i Radicali non ha mantenuto il patto che aveva concluso con Renzi. In base a quale miracolo Fusignani e il Pri nazionale pensano che Calenda manterrà il patto concluso con loro?

Germano Sama

Ex consigliere comunale del Pri