Proteste per le scritte sulla ciclabile Ma è un’opera d’arte pubblica

Bagnacavallo, fa discutere l’opera ’Storie di fango’ che raccoglie pensieri dei volontari giunti in Romagna

Proteste per le scritte sulla ciclabile  Ma è un’opera d’arte pubblica

Proteste per le scritte sulla ciclabile Ma è un’opera d’arte pubblica

Un’opera d’arte scambiata per "una manifestazione fuori luogo e di cattivo gusto". Succede a Bagnacavallo dove l’opera pubblica ‘Storie di fango’ realizzata il 14 agosto scorso dall’artista Stefania Galegati lungo la pista ciclopedonale che da Bagnacavallo va a Villa Prati sia stata interpretata da alcuni in modo totalmente fuorviante al punto da essere scambiata quasi per un atto quasi vandalico. Scrive per esempio un cittadino alla nostra redazione: "Gli esempi di Piazza di Spagna e di altri luoghi belli della nostra Italia sono serviti anche a Bagnacavallo su una delle strade amate e visitate da tanta gente, la ciclabile che porta fino al Mulino Quercioli è stata usata per scrivere proteste su alluvione e altri fatti da circa una trentina di persone che per Ferragosto non trovando altro passatempo hanno scritto sull’asfalto per circa 3 km. Non è un danno ad edifici o fontane come in altri casi ma è una manifestazione fuori luogo e di cattivo gusto perchè la ciclabile è di tutti e nessuno deve sporcarla e scarabocchiarci sopra per chilometri (...) Speriamo comunque che piova presto così le scritte si cancellano".

In realtà non si tratta di proteste, ma di racconti. Le scritte, realizzate con pittura a tempera bianca per la lunghezza di circa un chilometro nella notte tra il 13 e il 14 agosto riportano alcune testimonianze inviate all’artista dagli ‘angeli del fango’. "Le storie – spiega Stefania Galegati– sono state trovate via passaparola a partire da alcuni ragazzi. Non vogliono essere una visione esaustiva ma possono aprire la strada ad altri racconti se qualcuno spontaneamente vorrà poi andare ad aggiungere". Oltre che ai volontari, l’opera è dedicata alla sorella dell’autrice, Sandra Galegati, architetta deceduta due anni fa. "L’opera – aggiungono dal Comune – si innesta in una serie di una quindicina di scritte realizzate negli ultimi undici anni in diversi posti del mondo come un filo conduttore di diverse narrazioni legate ai luoghi".

"Nei giorni terribili dell’alluvione – aggiunge la sindaca Eleonora Proni – centinaia di ragazze e ragazzi si sono spontaneamente messi al servizio della comunità, andando ad aiutare quanti erano stati colpiti. Per settimane, il loro slancio di solidarietà ha non soltanto dato un aiuto concreto ma portato sorrisi e abbracci in un momento così difficile. I loro racconti sono stati raccolti da Stefania Galegati che li ha trasformati in "Storie di fango".

Monia Savioli