REDAZIONE RAVENNA

Quanti dubbi sulla demolizione dell’edificio in via Cicognani

Domenica scorsa si è conclusa a Palazzo Rasponi dalle Teste la mostra dei progetti del concorso per la ’Rigenerazione dell’ambito San Biagio nord’. Il tema centrale consisteva nella demolizione e ricostruzione di un edificio a Ravenna in via Cicognani 15, per realizzare appartamenti di edilizia residenziale pubblica. Ho visitato la mostra e ho potuto vedere il progetto vincitore, che mi ha decisamente sorpreso. La scelta di realizzare un edificio che occupa metà del giardino pubblico adiacente è scorretta, perché chi ha partecipato le norme le ha rispettate, ad eccezione del vincitore e di pochissimi altri. Tale progetto come può essere realizzato? Richiede la modifica della normativa vigente, del Rue? Del Pug? Il lotto lungo e stretto e l’importo dei lavori limitato con il quale era impossibile pensare ad un garage interrato (tema delicato: in Belgio i vigili del fuoco hanno chiesto il divieto delle auto elettriche nei parcheggi interrati), permettevano, volendo, una dignitosa palazzina come si progetta per una committenza privata.

All’Università mi è stato insegnato che i progetti di edilizia “popolare” dovevano essere “diversi”: bisognava sperimentare nuove tipologie e nuove tecniche costruttive (e i risultati si vedono, lasciandoci un’eredità pesantissima da gestire); e che gli utenti devono socializzare, creando spazi e servizi comuni; alzi la mano chi, quando acquista un appartamento per sé, desidera spazi da condividere! Ho sempre rifiutato una tale discriminazione: le persone desiderano vivere in contesti confortevoli e nei quali sia rispettata la propria riservatezza; la differenza sostanziale tra chi è utente di alloggi di ERS (Edilizia Residenziale Sociale) e l’utente privato, consiste nella mancanza di scelta per dove vivere e crescere i propri figli. Quando feci il sopralluogo del quartiere (dove sono presenti altri due condomini “popolari”) una ragazza con un piccolo cane al guinzaglio mi si avvicinò e mi disse, abbassando lo sguardo, che viveva nei “palazzoni”. Desidero ricordare che tali interventi sono finanziati da denaro pubblico, dal nostro denaro, e dobbiamo essere responsabili che tali importanti investimenti creino luoghi belli, duraturi nel tempo e ben inseriti nel contesto. Sulla mappa del RUE ho inserito la sagoma in blu dell’edificio vincitore; anche chi non è architetto comprende che il verde pubblico è pubblico.

Ardia Marzetti, architetto