
‘Prospettiva Dante’ proietta il sommo poeta nell’attualità e un dibattito, all’apparenza vecchio di oltre 700 anni, immerge la realtà italiana nella Commedia dantesca e ce la restituisce con non poche ombre. È stato un dibattito colto ma concreto – organizzato dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Ravenna - quello che è andato in scena ieri sera negli antichi chiostri francescani di Ravenna e il titolo, tratto dal canto VI° del Purgatorio, ’Legge, moneta, officio e costume’ è servito per far emergere le contraddizioni e le peculiarità della situazione italiana. All’incontro hanno preso parte il presidente di Abi e Cassa di Ravenna Antonio Patuelli e il direttore generale della Banca d’Italia Luigi Federico Signorini, che hanno riletto il passo Dantesco sottolineandone gli aspetti peculiari nel Trecento e di stretta attualità oggi. Dante se la prende con la facilità con cui si cambiano le leggi e ribadisce l’importanza della stabilità del valore della moneta, un valore che deriva dall’insegnamento di Aristotele, come ha sottolineato Signorini. E se potesse, Dante boccerebbe il governo Meloni, reo di un “peccato” gravissimo: quello di aver inserito dell’ordinamento norme retroattive in campo fiscale. Come sta succedendo oggi con le regole che tassano gli extraprofitti realizzati dalle banche anche in ragione del forte incremento dei tassi di interesse.
Patuelli, utilizzando lo “schermo” di Dante, è intervenuto ieri sera con decisione sulle ultime mosse del governo Meloni, sulla politica della Bce in fatto di tassi di interesse e sulla miopia tutta italiana di non aver abbassato il debito pubblico quando i tassi erano a zero. "Un’anomalia, quella dei tassi a zero o sottozero, che è stata scambiata per strutturalità - ha tuonato Patuelli – mentre non possiamo sopravvivere con un debito pubblico che cresce all’infinito e che trova continue ragioni, alle pandemie ai disastri ambientali, per crescere. Così come è sbagliata la convinzione che le sole politiche monetarie possano battere l’inflazione".
Tornando a Dante, Patuelli ha sottolineato l’apologia in nome del codificatore del diritto Giustiniano (ritratto solo a Ravenna nella Basilica di San Vitale). Dante in questo è anche precursore del moderno costituzionalismo. "Dante – ha aggiunto Patuelli - critica infine i continui cambiamenti di leggi e regole in genere e l’assuefazione alle mode, invece che far riferimento a principi ed alti ideali. Si tratta di moniti sempre attualissimi".
Un intervento, quello di Patuelli, che ha messo in luce il legame tra Toscana e Romagna nel nome di Dante che vede la città romagnola collaborare attivamente con l’Accademia della Crusca.