REDAZIONE RAVENNA

"Quindici mesi in un container, adesso basta"

Il voltanese Daniele Taroni ha dovuto abbandonare la casa danneggiata dal tornado nel luglio 2023. "Qui non ho neanche il bagno"

Il voltanese Daniele Taroni ha dovuto abbandonare la casa danneggiata dal tornado nel luglio 2023. "Qui non ho neanche il bagno"

Il voltanese Daniele Taroni ha dovuto abbandonare la casa danneggiata dal tornado nel luglio 2023. "Qui non ho neanche il bagno"

"Da quel terribile pomeriggio del 22 luglio dell’anno scorso, quando la furia del vento si accanì anche sulla mia abitazione facendo volare via il tetto e provocando sia il crollo di un solaio che di diverse pareti, mi ritrovo ancora a vivere in un container. E’ una situazione esasperante, che per certi aspetti reputo scandalosa". Non usa mezzi termini Daniele Taroni, 70 anni, imprenditore agricolo e ambulante ortofrutticolo che risiede a Chiesanuova di Voltana. A 15 mesi dal pauroso tornado che flagellò una striscia di territorio compresa tra Voltana e Savarna, passando per Chiesanuova, Taglio Corelli e parte di Alfonsine, se si esclude qualche giorno in cui è stato ospite a casa di amici, di fatto vive, assieme alla moglie Maria, in un modulo abitativo. Si tratta di una piccola struttura che, grazie alla sua caparbietà e al suo sapersi arrangiare da solo, gli è stata messa a disposizione.

"In particolare – precisa Taroni – per l’interessamento di Marcello Gumina del Coordinamento regionale Protezione civile dell’Anc (Associazione nazionale carabinieri) dalla Protezione Civile regionale".

Taroni, che lo scorso maggio ha compito 70 anni, evidenzia i non pochi disagi legati a questa situazione: "Pur trattandosi di un ambiente dotato di riscaldamento, aria condizionata, energia elettrica ed al cui interno sono riuscito a collocare un letto, un tavolino, un paio di sedie e un piccolo televisore, i problemi sono tanti. A cominciare dalla mancanza di servizi igienici, che mi costringe a recarmi nel bagno situato nella parte della mia casa dichiarata ancora agibile, nella quale ho allestito anche una piccola cucina".

"Se durante la bella stagione il disagio nel complesso è tutto sommato accettabile, nel periodo invernale e soprattutto di notte lo scenario è decisamente più complicato, con il rischio di ammalarsi a causa degli sbalzi di temperatura. Senza poi dimenticare l’elevato consumo di elettricità che, sia il riscaldamento che l’aria condizionata, comportano".

Nel sottolineare di essere "ben consapevole che ci sono tante altre persone che in seguito a quell’evento hanno purtroppo subito una sorte simile alla mia, rivolgo un appello a chi ha un potere decisionale. A partire dalle istituzioni pubbliche locali, fino alla Regione Emilia Romagna e allo Stato, affinché si facciano carico di questa problematica, mettendo in disparte i ‘soliti’ rimpalli di responsabilità che in simili circostanze non giovano a nessuno. Al momento sto beneficiando, da parte della Regione tramite l’amministrazione comunale, di un ‘Contributo autonoma sistemazione’, che non è certo tale da poter neppur lontanamente pensare alla ricostruzione della mia abitazione, visto che i danni ammontano ad oltre 200mila euro".

Ancora: "Non è mia abitudine piangermi addosso, ma ritengo che la misura cominci ad essere veramente colma – termina il 70enne voltanese –. Ritrovarsi a 70 anni e tra l’altro alle prese con diverse patologie, a vivere in una simile situazione, è davvero triste e desolante. Mi sento solo e abbandonato. Non ne posso davvero più".

Luigi Scardovi