REDAZIONE RAVENNA

"Racconto un futuro distrutto dall’uomo"

Il nuovo album "Distopie" di Nevica, un lavoro sperimentale che invita alla riflessione sul mondo contemporaneo, è disponibile online. Intervista al musicista sul concept e le prossime novità.

Il nuovo album "Distopie" di Nevica, un lavoro sperimentale che invita alla riflessione sul mondo contemporaneo, è disponibile online. Intervista al musicista sul concept e le prossime novità.

Il nuovo album "Distopie" di Nevica, un lavoro sperimentale che invita alla riflessione sul mondo contemporaneo, è disponibile online. Intervista al musicista sul concept e le prossime novità.

Il nuovo album del musicista e produttore Gianluca Lo Presti (nella foto), in arte Nevica, si intitola ’Distopie’ ed è già disponibile online su tutti gli store digitali: l’EP, composto da cinque tracce, è un lavoro sperimentale che invita l’ascoltatore a immergersi in uno scenario apocalittico e, con suoni avvolgenti e poche parole, vuole suscitare domande radicali sul mondo in cui viviamo.

Nevica, come nasce "Distopie"?

Da tempo avevo il desiderio di sperimentare l’uso del mio strumento principale, il basso, come strumento che va oltre se stesso: nel disco non c’è ritmica e questo crea un senso estremo di dilatazione e rallentamento. È un disco strumentale ma anche un concept album perché alla fine di ogni brano c’è una piccola composizione poetica.

Qual è il messaggio che unisce le tracce del disco?

Distopie è un album di protesta sociale. Racconto di un futuro negativo, che non esiste più perché l’uomo ha rovinato tutto. Contemporaneamente però invito l’ascoltatore alla riflessione, alla meditazione e al cambiamento. A entrare in una dimensione diversa.

Il singolo "La Dose", di cui è uscito anche il video, di cosa parla?

È un brano significativo perché affronto il tema di ciò che serve a ognuno di noi per restare nella comfort zone: tutte quelle cose quotidiane che diventano la nostra "droga". Qui l’invito è: non perdiamo la nostra sacralità, sta a noi decidere la "dose". Lei crede che abbia ancora senso, oggi, fare musica così impegnata?

Questo è un disco ostico, controtendenza. Fare dischi così oggi è da pazzi, me ne rendo conto. Ma dal mio punto di vista è giusto provarci: la mia coscienza di artista mi spinge a farlo. Non potrei fare diversamente, per come intendo io il fare musica.

Ha appena annunciato una collaborazione con Pierpaolo Capovilla del Teatro degli Orrori: ci può dire di più?

Distopie è un dittico che si completerà con un secondo album che conterrà il featuring di Capovilla. Lo conosco da due anni e mentre stavo scrivendo la seconda parte mi è venuto istintivo mandargli uno dei nuovi brani. Mi ha subito risposto entusiasta e sinceramente non me lo aspettavo. Il pezzo è già pronto, il video uscirà a gennaio.

Concerti in programma?

Per questo disco, a differenza del precedente, farò qualche live. Rispetto alle sonorità del disco sarà un set più scarno, con meno effetti, ma sarà molto suggestivo.

Giulia Rossi