Ricatto a luci rosse a Ravenna. “Cinquemila euro per non diffondere le foto hot"

In tribunale un 62enne ha parlato del rapporto con una donna di una ventina d’anni più giovane. "Ci eravamo conosciuti su Facebook, poi la situazione è precipitata”

Ricatto a luci rosse: costretto a pagare per non fare divulgare le sue foto hot

Ricatto a luci rosse: costretto a pagare per non fare divulgare le sue foto hot

Ravenna, 24 febbraio 2023 – L’amicizia speciale con quella donna di una ventina d’anni più giovane era nata su Facebook. Una parola tira l’altra e poi le foto, anche intime, che lui aveva inviato a lei. Sembrava un rapporto come tanti altri se non fosse che la donna, una 41enne originaria del Vicentino ma residente in Trentino e difesa dall’avvocato Filippo Plazzi, a un certo punto ha iniziato a utilizzare proprio le foto intime che le aveva inviato l’uomo, un 62enne ravennate, per ricattarlo e farsi versare più di 5mila euro nella propria carta PostePay.

Ieri in tribunale a Ravenna, davanti al giudice Cristiano Coiro (vice procuratore onorario Katia Ravaioli) è stato proprio il 62enne a raccontare l’accaduto parlando di quel "rapporto durato circa un anno". "Io le avevo mandato delle foto intime – ha spiegato, incalzato dal Vpo –, mentre lei mi aveva inviato qualche foto non intima su whatsapp".

Di lì a poco era cominciato un vero e proprio ricatto hot con la 41enne che aveva iniziato a chiedere denaro al 62enne minacciandolo, se si fosse rifiutato, di diffondere le foto intime che lui le aveva inviato. A quel punto erano iniziati i bonifici e le ricariche sulla carta PostePay della donna.

"Facevo versamenti – ha spiegato l’uomo – perché lei mi minacciava che avrebbe diffuso le foto intime che le avevo mandato, tra i miei conoscenti". Il tutto è andato avanti per due settimane e 5.537 euro di versamenti, fino al 13 dicembre 2019. "A un certo punto non ce l’ho fatta più – ha dichiarato in 62enne in tribunale –: mi sono aperto con mia moglie e ho fatto denuncia ai carabinieri".

L’uomo durante l’udienza di ieri è stato chiamato a riconoscere le foto della carta PostePay che la 41enne gli aveva inviato su whatsapp per indicargli dove inviare il denaro. Il Vpo gli ha poi chiesto di riconoscere anche altre foto, ovvero quelle del fratello e della figlia di lui. "Probabilmente le aveva prese dal mio profilo Facebook – ha raccontato il 62enne in udienza – quando ancora l’avevo perché dopo la denuncia del 13 dicembre 2019 mi sono cancellato. Aveva utilizzato queste foto per minacciarmi. Io avevo paura che lei volesse fare loro del mare". Tra le immagini utilizzate per il ricatto figura anche quella dell’ingresso dell’abitazione del 62enne.

Ieri è stato anche sentito come testimone il vicebrigadiere dei carabinieri che ha verbalizzato la denuncia e si è occupato delle verifiche sulla PostePay, risalendo alla 41enne. "È risultato che all’epoca la donna aveva precedenti specifici e aveva attivato diverse carte credito" ha detto il militare.

A inizio maggio sono attese requisitoria e arringa della difesa secondo cui i 5.537 euro in realtà sarebbero stati regali del 62enne alla 41enne.