San Cassiano, la frazione dove non si nasce più: "Mancano i servizi, ma noi resistiamo"

Nel centro del Brisighellese nel 2023 sono venuti alla luce solo due bimbi. L’imprenditore Zaccherini: "Ora l’internet point"

San Cassiano, la frazione dove non si nasce più: "Mancano i servizi, ma noi resistiamo"

San Cassiano, la frazione dove non si nasce più: "Mancano i servizi, ma noi resistiamo"

Fra chi coltivava terra e castagneti sulle irte pendici collinari e chi aveva casa nella frazione, negli anni Ottanta San Cassiano contava non meno di 700 abitanti; oggi sono al massimo 300 e nel 2023 sono nati solo due bambini. In 30 anni si è spopolata la collina: e le decine di smottamenti che incombono sulla ferrovia per Firenze ne sono diretta conseguenza perché nessuno fa più ordinaria manutenzione. Si è spopolata anche la frazione e così uno dopo l’altro hanno chiuso scuola, poste, negozi, botteghe artigiane e sulle facciate delle case aumentano sempre più i cartelli ‘vendesi’. "Non c’è mercato per una località che non ha più servizi e sulla quale incombe anche un grande rischio, quella frana che interessa la provinciale Brisighellese a mezzo chilometro da qui e che a maggio ci ha isolati per 40 giorni, ma sulla quale si è intervenuti finora solo sul lato monte e non su quello a valle, tanto che si va a senso alternato con il semaforo. Pensi che dall’alluvione in poi, da qui passa meno gente, e dire che la strada porta a Firenze e una volta era presa anche come alternativa all’Autosole!": chi parla è Franco Zaccherini, conosciutissimo imprenditore del luogo sul fronte del materiale per l’edilizia che da due anni sta cercando, con altri volenterosi, di rianimare la frazione attraverso una serie di iniziative che trovano nella costituita ‘cooperativa di comunità’, con 60 soci, la punta di diamante.

E così il circolo ‘Camino Verde’ (come vedremo) è diventato anche negozio alimentare, trattoria occasionale e sarà anche dispensatore di servizi tecnologici. "Durante il periodo del Covid questa frazione sembrava abitata da fantasmi. Mi sono detto che occorreva fare qualcosa per non lasciare morire San Cassiano". Quando San Cassiano e la collina circostante, che annovera località storiche come Ca’ Malanca, Purocelo, Boesimo, erano ancora vive e vitali, qui c ‘erano la scuola elementare, le Poste, un sali e tabacchi-edicola, il gommista, la drogheria, una trattoria, il barbiere, il forno, il molino. E c’era il circolo repubblicano con annessa sala da ballo, il Camino Verde, che nell’83 andò a fuoco. Erano tempi in cui il parroco era don Nello, viveva qui, nella parrocchia, era un grande animatore. Poi cominciò l’abbandono e la prima a chiudere fu la scuola. "Calando i bambini – annota Zaccherini – non hanno voluto fare le pluriclassi che quassù, una volta, mia madre era maestra, erano la norma! Dopo di ché hanno chiuso tutti gli altri, l’ultimo tre anni fa, il tabaccaio che vendeva anche i giornali. E ora siamo una frazione anche senza giornali! Per fortuna che è arrivata una farmacia. La maggior parte di chi ancora abita qui ha una certa età, pensi che nel 2023 ci sono state solo due nascite. E sfido, è un po’ il cane che morde la coda, se non si danno servizi, chi viene ad abitare qui, anche se le case sono sempre più deprezzate?".

Alla fine della pandemia Zaccherini ha deciso di muoversi, di cercare di bloccare l’evaporazione della località e l’idea l’ha recuperata dal Friuli (come imprenditore ha girato l’Italia in lungo e in largo), ovvero la ‘cooperativa di comunità’, là molto diffusa, vale a dire una cooperativa che offre merci e servizi dove non ci sono, al di fuori del codice Ateco. "Deve sapere che dopo l’incendio dell’83, io e altri 52 soci con un milione a testa e tanto lavoro volontario fondammo una cooperativa, di cui ero presidente, e rimettemmo in piedi il circolo, il Pri di Ravenna non ne voleva più sapere. Ed ecco allora due anni fa l’idea della ‘cooperativa di comunità’, sconosciuta nella nostra provincia, solo alla Confcooperative di Forlì sapevano di che cosa stessi parlando e loro ci hanno guidato verso il traguardo. Ho trovato una sessantina di soci a cento euro a testa e poi un mutuo con la ‘Cassa’ di Ravenna, di 65 mila euro, oltre a tanti altri fondi che ho anticipato, e abbiamo ristrutturato tutto: bagni, salone multifunzione, per riunioni, per mangiare, per ballare come per la festa della donna, rifatto il bar con i banchi per gli alimenti. Così ora siamo anche un negozio di prima necessità, altrimenti si doveva andare a Fognano, ma anche lì non c’è molto, o a Brisighella. Ma qui molti anziani non guidano…Pensi che durante i 40 giorni di blocco per la frana si doveva andare a Borgo San Lorenzo per gli alimenti. Durante quei giorni questo locale è diventato punto di riferimento per la frazione e base della Protezione civile. E poi mi lasci spendere parole di elogio per quei pochi ragazzi che lavorano nella nostra campagna, hanno fatto i miracoli in quei giorni per raggiungere le case isolate! Come cooperativa abbiamo creato tre posti di lavoro e adesso vogliamo fare un altro passo avanti".

Nel senso dei servizi tecnologici? "Cominceremo l’internet point, con computer, fax, rooter, focopiatrice, qui c’è solo Eolo e non sempre funziona. Ma potremmo dare tanti altri servizi, in accordo con il Comune, lo strumento è quello della convenzione, basterebbe mettersi d’accordo. Mi sono rivolto al Comune di Brisighella, ma hanno le mani legate perché è competente l’Arf, la Romagna Faentina. E in questi uffici sono ormai due mesi che cerco un contatto, ma il funzionario indicato non sa di che cosa sto parlando. Ma ci riusciremo, non dubiti. Importante è che venga consolidata la Brisighellese, se dovesse slittare a valle sarebbe la fine per noi. Siamo terrorizzati, sa che un mese fa quando hanno fatto i sondaggi sulla scarpata a valle hanno perforato la condotta del metano per Marradi? Solo il caso ha impedito un disastro. Mi chiedo, ma non avevano neanche una pianta del luogo con il tracciato del metanodotto?".