Sangue in piazza Baracca. L’arrestato va ai domiciliari: "Vicenda in buona parte da chiarire"

Il gip ha convalidato l’arresto ma ritiene la ricostruzione del negoziante come poco verosimile. La donna ferita è ancora in prognosi riservata dopo le 17 coltellate con una lama da formaggio.

Sangue in piazza Baracca. L’arrestato va ai domiciliari: "Vicenda in buona parte da chiarire"

Sangue in piazza Baracca. L’arrestato va ai domiciliari: "Vicenda in buona parte da chiarire"

Una vicenda in buona parte da chiarire. Con due punti fermi al momento: l’arresto per tentato omicidio eseguito dai carabinieri del Radiomobile va convalidato. E all’uomo, benché da scarcerare, per pericolo di reiterazione del reato vanno applicati i domiciliari con il divieto di comunicare con persone diverse da quelle che abitano con lui.

È quanto il gip Corrado Schiaretti ha deciso ieri mattina per Siddiqur Sarder, il 43enne originario del Bangladesh che mercoledì notte nel suo negozio di alimentari di piazza Baracca, ’Ohona’, ha colpito con 17 fendenti una 36enne di origine algerina tutt’ora ricoverata in prognosi riservata.

Come ricapitolato nell’ordinanza, il 43enne - difeso dall’avvocato Michele Dell’Edera - sia davanti al pm Francesco Coco che davanti al gip, ha restituito uno scenario legato a una rapina. A suo avviso cioè quella donna, che già in passato si era presentata in negozio per chiedergli soldi ottenendo 10-20 euro, era tornata verso le 22.30 di mercoledì per chiederne 80: se non glieli avesse dati, uno dei due sarebbe finito in carcere.

Quindi aveva tirato fuori dalla borsetta un coltellino a scalpello del tipo da formaggio e lo aveva aggredito colpendolo alle mani; una volta a terra, lo aveva schiacciato con una cassa di banane. A quel punto lui - sempre secondo il racconto difensivo - avere reagito riuscendo ad afferrare il coltellino e a menar un numero di fendenti che nemmeno più si ricordava: in ospedale ne hanno contati 17 di cui sei tra collo, cranio e zona periorbitale. Colpi che per il giudice indicano senza dubbio un’idoneità a uccidere: in ogni caso sarà necessario un approfondimento sulle ferite. Gli inquirenti dovranno inoltre, non appena possibile, ascoltare la donna descritta dal marito come tossicodipendente, in cura al Sert e solita frequentare il centro alla ricerca di stupefacenti.

Per ora l’unica versione disponibile resta quella del 43enne: il gip l’ha definita "limitatamente convincente", in alcuni punti "illogica" e senza conferme istruttorie. Comunque sia, la reazioni di lui sarebbe stata sproporzionata rispetto all’aggressione subita. L’indagato, finora incensurato, ha peraltro negato la presenza di un terzo uomo segnalato invece dai tre avventori che, dopo essersi affacciati nel negozio e avere notato la 36enne e terra, avevano lanciato l’allarme. Per il gip si tratta verosimilmente di un connazionale del 43enne: l’unico che al momento potrebbe smentire o confermare la ricostruzione offerta dall’arrestato. In definitiva l’intera vicenda, nel suo sviluppo materiale, merita un approfondimento: la "curiosa forma" di tentata rapina descritta dal 43enne , secondo il gip appare cioè poco verosimile. Occorrerà capire se ci possano essere stati altri motivi dietro all’accaduto.

Andrea Colombari