SARA SERVADEI
Cronaca

Sclerosi multipla, sempre più casi: a Ravenna un team per la presa in carico globale

Piscaglia: "Una rete di supporto con psicologo e telemedicina. E il trapianto autologo di cellule staminali"

Il Centro sclerosi multipla di Ravenna

Il Centro sclerosi multipla di Ravenna

Ravenna, 27 marzo 2022 - Una rete di supporto con psicologo e telemedicina, una "presa in carico globale", come la definisce Maria Grazia Piscaglia, dirigente medico neurologa e responsabile del Centro sclerosi multipla di Ravenna. È il progetto dell’Ausl per migliorare l’assistenza ai pazienti con sclerosi multipla, che prevede il supporto di uno psicologo, l’uso della telemedicina e di test ripetuti nel tempo. La novità è una risposta anche all’aumentata incidenza della malattia, della quale sono già state fatte circa 15 nuove diagnosi dall’inizio dell’anno in provincia, per un totale di circa 700 casi di ravennati seguiti dal Centro sclerosi multipla. "L’incidenza è aumentata, ma anche perché è aumentata l’attenzione nei confronti della malattia e la precocità nella diagnosi – spiega Piscaglia –. A questo proposito fondamentale è la risonanza magnetica, che permette di formulare la diagnosi con un altissimo livello di specificità".

Una patologia giovanile (20-40 anni)

La sclerosi multipla, come noto, è una patologia giovanile: colpisce maggiormente le donne rispetto agli uomini tra i 20 e i 40 anni. Tra i campanelli d’allarme ci sono deficit neurologici che possono diventare importanti e riguardare tutto il sistema nervoso, tra cui problemi improvvisi di perdita di vista, di forza, di sensibilità e di equilibrio, e nelle forme tardive difficoltà a deambulare. Tutti sintomi che devono essere validati da un neurologo.

Trapianto autologo di cellule staminali

Obiettivo della medicina è evitare e limitare le disabilità collegate alla malattia, e per questo è importante diagnosticare la patologia precocemente. Tra i trattamenti disponibili a Ravenna c’è anche il trapianto autologo di cellule staminali: "È l’ultima novità introdotta, un trattamento molto innovativo – spiega Piscaglia – che richiede la collaborazione e l’esecuzione dell’ematologo. Ne abbiamo già eseguiti 11, in Italia siamo il nono centro che effettua questo tipo di trapianto". Il progetto per la presa in carico dei pazienti che si profila ora, però, è più vasto: non una semplice cura, ma un modo per fornire supporto alle persone.

Supporto specialistico multidisciplinare

"Già l’anno scorso abbiamo vinto il bando promosso dalla ditta Roche – dice Piscaglia – con un progetto che prevede il supporto di uno psicologo per i pazienti. A ciò si aggiunge che metteremo in pratica la telemedicina con televisite dedicate. Utilizziamo questionari e prove che i pazienti possono fare anche a casa, davanti alla telecamera, e che permettono a noi di monitorare la loro condizione. Questo viene incontro ai pazienti che hanno difficoltà ad accedere al centro, ma anche ai giovani che dovrebbero prendere permessi lavorativi. Il percorso è ancora all’inizio: vogliamo utilizzare questo strumento in maniera interdisciplinare, con l’aiuto di altri specialisti. Con la telemedicina si potrebbe fare anche la riabilitazione e incontri multidisciplinari alla presenza di neurologo e psicologo. Stiamo partendo e ci siamo attrezzati". Soprattutto lo strumento viene incontro anche alle esigenze dei pazienti seguiti a Ravenna ma che vivono in altre zone d’Italia: "C’è chi viene dalla Campania, chi dal Veneto, chi da Bologna – aggiunge Pi scaglia –. Sono pazienti giovani, talvolta cambiano vari centri alla ricerca di un ambiente in cui sentirsi seguiti e supportati".

Sara Servadei