"Servono zone di allagamento per il territorio"

L’appello dell’Unione dei comitati alluvionati di Faenza. Intanto l’altra sera si è tenuto un incontro dei residenti del Borgo

"Servono zone di allagamento per il territorio"

"Servono zone di allagamento per il territorio"

Costituire, in accordo con gli agricoltori, delle zone di allagamento per garantire la sicurezza dei quartieri faentini. È questa la proposta caldeggiata dall’Unione dei comitati degli alluvionati faentini e riportata nero su bianco in un comunicato. La nota fa riferimento all’impegno che la vicepresidente della Regione, Irene Priolo, ha assunto pubblicamente in due occasioni: "La vicepresidente ha dichiarato che la Regione si sarebbe impegnata a prevedere delle risposte, già entro l’inverno, al bisogno di sicurezza da parte dei residenti. Risposte da trovare in collaborazione con l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, delegata dal Commissario Figliuolo, a predisporre i piani speciali per la messa in sicurezza del territorio. Questa intenzione è stata confermata dalla stessa vicepresidente in occasione di un incontro con i Comitati Riuniti di tutta l’Emilia-Romagna, alla presenza del presidente Bonaccini e del direttore della stessa Autorità di Bacino". Nel merito della questione: "Benché il ripristino degli argini sia un intervento necessario, non è sufficiente per assicurare quel minimo di tranquillità di cui i residenti hanno bisogno per rientrare nelle proprie abitazioni". Da qui la richiesta esplicita di "predisporre in tempi strettissimi, senza dover attendere gli anni necessari per la progettazione e la realizzazione delle grandi opere che l’Autorità di Bacino sta studiando per il bacino idrico dei fiumi Lamone e Marzeno (come le casse di espansione, l’arretramento delle arginature e altro ancora), un piano di sicurezza per la città di Faenza". Per i comitati infatti "solo un piano pensato in questi termini permette ai residenti già colpiti dalle alluvioni di iniziare i lavori di ristrutturazione e ripristino delle proprie abitazioni e, di conseguenza, permette di scongiurare due gravi effetti congiunti: il possibile spopolamento dei quartieri danneggiati e la svalutazione delle proprietà". Da qui la necessità di costituire "zone di allagamento. Una volta individuate dagli esperti le aree allagabili, spetta alla politica farsi carico di implementare queste convenzioni, anche grazie a interventi normativi regionali". Sulla proposta e sulle azioni che le istituzioni intendono intraprendere, i comitati si aspettano un riscontro già a dicembre.

Un punto cruciale quello della sicurezza, trattato anche durante l’incontro del comitato Borgo-Sarna che si è tenuto lunedì sera al teatro-cinema Europa. In tale occasione è emersa soprattutto a delusione dei cittadini in tema di rimborsi e di burocrazia: "La piattaforma Sfinge in pochissimo tempo ha prodotto decine di quesiti perchè presenta alcune incongruenze – ha spiegato Alex Trossero, un referente del comitato borghigiano, zona due volte alluvionata –. Per esempio le aziende che possono eseguire i lavori nelle case alluvionate dovevano essere incluse in una specifica lista (white list, ndr), ma sulla lista ci sono solo le aziende che eseguono le opere pubbliche, e non ci sono invece gli artigiani". A ciò si aggiunge il fatto che "non sono previsti rimborsi per i mobili – e che –, sul tema burocrazia c’è ancora tanto da impazzire". La delusione dei cittadini infine riguarda anche le utenze: "Abbiamo fatto fronte alle bollette dell’acqua, quadruplicata, e abbiamo saldato anche la Tari e l’Imu delle case tuttora inagibili. Non sono i 150 euro a fare la differenza in circostanze in cui i danni arrivano a decine di migliaia di euro, ma ci si aspettava un altro tipo di segnale", nello specifico "una più concreta solidarietà".

Damiano Ventura