Sfregio permanente alla ex: chiesti otto anni

Ad Alfonsine il 29enne con una testata fracassò il naso alla giovane lasciandole un segno sul viso. Lui è ancora in carcere

Sfregio permanente alla ex: chiesti otto anni

Sfregio permanente alla ex: chiesti otto anni

Una testata così forte capace non solo di fracassarle il naso. Ma, secondo l’accusa, anche di provocarle uno sfregio permanente in faccia. Un segno indelebile insomma che ricorderà per sempre alla ragazza - una ultra-trentenne di Alfonsine - cosa le era accaduto in quel 3 di novembre del 2023. Per l’ex compagno, un 29enne difeso dall’avvocato Francesco Baccaro e da fine dicembre in custodia cautelare in carcere proprio per queste contestazioni, ciò ha significato ieri mattina una richiesta pena di ben otto anni di reclusione formulata al termine del rito abbreviato. Perché, oltre che di maltrattamenti andati avanti tra il 2021 e il 2023, l’imputato deve rispondere appunto della ’deformazione dell’aspetto della ex mediante lesioni permanenti al viso’, reato introdotto di recente per tutelare maggiormente le vittime di violenza domestica o di genere.

Il gup Andrea Galanti deciderà nella prossima udienza fissata per metà della settimana che viene. Ma già la scorsa settimana la ragazza si è presentata in aula per consentire ai magistrati di riconoscere lo sfregio con i loro occhi senza bisogno di perizie, così come prevede la nuova norma.

Intanto il legale con il quale si è costituita parte civile - l’avvocato Alessandra Giovannini - ha chiesto un risarcimento pari a 100 mila euro. La difesa ha invece sostenuto che non ci sia stata una deformazione permanente del viso ma che tutto possa essere ricompreso sotto alle lesioni aggravate: da qui la richiesta del minimo della pena con sostituzione della misura detentiva con quella domiciliare.

Secondo quanto contestato nell’ordinanza del gip Janos Barlotti che lo aveva fatto finire in carcere su richiesta del pm Raffaele Belvederi, nel marzo 2020 l’imputato, dopo avere insultato la ragazza, l’aveva presa per il collo e l’aveva fatta sbattere contro il muro; poi l’aveva presa a schiaffi e le aveva tirato i capelli per una prognosi di 10 giorni: ma lei, per timore di ritorsioni, non lo aveva denunciato.

Nel capo d’imputazione figurano minacce abituali, sputi, offese. L’apice risale alla sera del 3 novembre dell’anno scorso quando lui - prosegue l’accusa - l’aveva raggiunta sul lavoro e aveva iniziato a insultarla e minacciarla: "Appena torni a casa, ti faccio vedere io", le avrebbe detto. Lei allora si era fatta accompagnare fuori da un’amica: ma lui le aveva tallonate continuando con le minacce. Quindi, dopo avere spinto via l’amica, aveva messo le mani al collo della compagna e le aveva fracassato il naso con una gran testata.

Andrea Colombari