REDAZIONE RAVENNA

Sgravi non dovuti e finti appalti

L’ispettorato del lavoro contesta un’evasione previdenziale da 1,2 milioni a imprese di facchinaggio

Le verifiche erano state avviate in seguito a una segnalazione circa un articolato sistema di concorrenza nel settore del facchinaggio ritenuto sleale in quanto portato avanti tramite finti contratti di appalto oltre che con l’abbattimento dei necessari oneri previdenziali e della sicurezza dei lavoratori. Alla fine il personale in forza all’Ispettorato del Lavoro di Ravenna, in collaborazione con la vigilanza della sede Inps ravennate, ha contestato un’evasione previdenziale e sgravi contributivi a varie imprese del settore del facchinaggio e degli imballaggi industriali sia della provincia di Ravenna che di altre province emiliano-romagnole.

In totale sono state verificate 50 posizioni lavorative con una evasione contributiva pari a un milione e 200 mila euro; sono inoltre state elevate sanzioni per 45 mila euro. Per alcuni dei fatti contestati, è scattata infine la denuncia in procura. Secondo l’accusa del resto, gli approfondimenti ispettivi hanno fatto emergere un vero e proprio meccanismo fraudolento tramite il quale un’impresa stipulava con diverse aziende finti contratti di appalto per erogare servizi di imballaggio e facchinaggio: ma nei fatti tali contratti servivano solo a ricevere manodopera a basso costo e ad aggirare le ritenute contributive.

Gli inquirenti hanno accertato che tra il 2015 e il 2018 ai lavoratori somministrati, che lavoravano esclusivamente all’interno dei capannoni, venivano corrisposte finte trasferte – come tali esenti da contribuzione – per compensare ore di straordinario che non venivano in questo modo denunciate.

Gli accertamenti hanno inoltre permesso di constatare che l’ulteriore riduzione del costo del lavoro, veniva realizzata attraverso fittizi corsi di formazione in realtà mai svolti dai lavoratori. Durante le ispezioni, è stata rilevata anche l’occupazione di un lavoratore in nero e di un altro con una finta partita Iva.

Tra le altre cose, gli ispettori hanno verificato che l’impresa al centro di tutto il sistema, beneficia pure dell’esonero contributivo previsto per le nuove assunzioni, queste ultime fatte in violazione delle norme fondamentali in materia di lavoro e della previdenza obbligatoria: di fatto la società percepiva indebitamente sgravi contributivi non dovuti pari a ben 53 mila euro.