Si allarga l’inchiesta della Procura L’ipotesi di reato ora è "disastro"

Al momento contro ignoti: ciò non esclude che con il progredire dell’indagine le verifiche possano puntare verso nomi precisi. La decisione di fare chiarezza è del procuratore capo, Daniele Barberini.

Si allarga l’inchiesta della Procura  L’ipotesi di reato ora è "disastro"

Si allarga l’inchiesta della Procura L’ipotesi di reato ora è "disastro"

Nel fascicolo al momento sono entrate le prime relazioni della Protezione civile e delle forze dell’ordine. La Procura ha aperto un’inchiesta per disastro colposo sui giorni che hanno stravolto l’intero territorio ravennate. Al momento contro ignoti: ciò non esclude che con il progredire dell’indagine, le verifiche si possano canalizzare verso nomi precisi. La decisione di fare chiarezza, è arrivata dallo stesso procuratore capo, Daniele Barberini. Il passo per gli inquirenti ravennati è stato quasi un atto dovuto alla luce di una circostanza che ha reso ancora più pesante il bilancio: sette sono stati i morti finora accertati, perlopiù tutti annegati nelle loro abitazioni o comunque deceduti a causa dell’arrivo dell’acqua, come la coppia folgorata a Chiesuola di Russi mentre cercava di spostare un pesante congelatore dal piano terra.

Ed è questa una delle differenze più nette rispetto alla prima alluvione, di inizio mese, nella quale, al di là degli allagamenti e dei conseguenti danni, il bilancio delle vittime si era fermato a una. Anche in tale circostanza era stato aperto un fascicolo sugli allagamenti: di quelli però che vengono indicati come ‘conoscitivi’, cioè senza ipotesi di reato.

Lo stesso è accaduto pure per i 7 morti: ma non è escluso che il pm di turno Angela Scorza, anche alla luce dell’impulso che ora potrà dare l’inchiesta principale, non possa decidere di approfondire attraverso singole inchieste per omicidio colposo. Del resto la carta in più che ora gli inquirenti hanno in mano, è il confronto con quanto realizzato da amministratori e soccorritori dopo la prima alluvione sapendo cioè in anticipo quali potessero essere i punti dove l’acqua avrebbe spinto di più. Vedi il crollo di alcuni muri (come accaduto a Faenza in zona via Renaccio) o il cedimento di alcuni argini. Certo: per districarsi, occorreranno consulenze tecniche e sopralluoghi mirati. Un lavoro impossibile da avviare prima che i luoghi vengano prosciugati. Sul fronte inchieste e alluvione, occorre menzionarne un’ultima ancora: quella per lesioni colpose e disastro aviatorio aperta in conseguenza dell’elicottero precipitato sabato mattina a Belricetto di Lugo con quattro persone a bordo, tutte ferite ma fuori pericolo.

a.col.