"Sì, mi ha baciato in bocca". Bimbo di 7 anni in tribunale

Ascoltato in incidente probatorio, accusa un 50enne ex amico del papà. Procura e difesa, dubbiose, hanno concordato di rifarsi all’esito di una perizia.

"Sì, mi ha baciato in bocca". Bimbo di 7 anni in tribunale

"Sì, mi ha baciato in bocca". Bimbo di 7 anni in tribunale

E’ accusato di aver baciato in bocca un bambino di sette anni, figlio di un connazionale ed ex collega di lavoro. A denunciarlo era stato proprio il padre del piccolo, dopo che tra i due adulti erano volati i piatti. Ieri, davanti al Gip Andrea Galanti, in un contesto protetto e in presenza di uno psicologo, è stato sentito il bambino nella forma dell’incidente probatorio. L’udienza, fissata inizialmente a marzo, era stata rinviata perché il padre – che non si è costituito parte civile –, non si era presentato col figlio. L’indagato, accusato di violenza sessuale su un ultra minorenne, è un 50enne originario del Marocco, difeso dall’avvocato Nicola Laghi. Una vicenda particolarmente delicata, sulla quale la stessa Procura sta procedendo con cautela.

Ieri il bambino ha detto di avere ricevuto un bacio con la lingua, frase che ha ripetuto più volte. Chi lo ascoltava ha avuto l’impressione che potesse essere stato indottrinato. Il piccolo ha inoltre detto di avere sentito una parolaccia, ma di non ricordarla nello specifico. Ha detto inoltre di aver detto tutto subito al padre – 30enne, anch’egli del Marocco –, mentre in precedenza era emerso che il genitore lo aveva appreso in un momento successivo. Apparenti contraddizioni che hanno spinto difesa e accusa, col Pm Raffaele Belvederi, a fare valutazioni successive all’esito di una perizia (tempo 60 giorni) per valutare la capacità a testimoniare del bambino e la qualità delle sue dichiarazioni.

Da subito la vicenda presentava diversi punti oscuri e non aveva convinto neppure i carabinieri, vista la singolare successione degli accadimenti. I due papà, ex colleghi, erano rimasti amici fino al giugno 2023, quando i rapporti si erano incrinati. Fino all’epilogo di un violento litigio avvenuto il 2 settembre, che aveva visto i due uomini venire alle mani. Due giorni dopo, il 50enne aveva presentato querela accusando di lesioni il 30enne. Quest’ultimo, convocato in caserma lo stesso 4 settembre per redigere un verbale di identificazione e metterlo al corrente della denuncia, in maniera ritenuta "singolare per la tempistica" dai carabinieri, il giorno successivo aveva portato il figlio al pronto soccorso di Faenza, per poi, il 6 settembre, presentarsi al commissariato di polizia, contro querelare l’uomo per lesioni al figlio, accusandolo inoltre di averlo baciato sulla bocca. Nella querela aveva riferito che il bambino avrebbe confidato l’episodio delle molestie l’8 settembre, quindi due giorni dopo dopo essere andato al commissariato. Per questo l’Arma era arrivata a non escludere che la querela del genitore potesse essere pretestuosa e studiata a scopo di vendetta, per generare un danno all’ex amico divenuto rivale.

l. p.