"Siamo passati da 90 a 60 parrocchie"

Negli ultimi anni, la diocesi di Ravenna ha ridotto il numero di parrocchie da 90 a 60, unendo quelle più piccole con poca frequenza. L'arcivescovo Ghizzoni ha spiegato che ciò ha permesso di ridurre la burocrazia per i parroci e aumentare il tempo dedicato alla comunità. Alcune parrocchie sono state trasformate in spazi per incontri, mostre e concerti, ma restano aperte al culto. Si è parlato anche di un possibile raggruppamento della diocesi di Faenza con Imola o Ravenna, ma Ghizzoni ha smentito tali voci.

"Siamo passati da 90 a 60 parrocchie"

"Siamo passati da 90 a 60 parrocchie"

Trenta realtà non ci sono più. Negli ultimi anni abbiamo assistito a tanti accorpamenti: e così la diocesi di Ravenna è passata da 90 a 60 parrocchie. "Quelle più piccole con poca frequenza le abbiamo unite, in modo da ridurre anche la burocrazia per il parroco aumentando il tempo che può dedicare alla comunità" spiega l’arcivescovo Lorenzo Ghizzoni, che aggiunge che "con il consiglio presbiterale abbiamo definito degli elementi essenziali minimi per stabilire quando una comunità può vivere come parrocchia. E in casi di comunità piccolissime con meno di 1.000 abitanti e una frequenza del 4-5% non c’erano più gli elementi per una parrocchia. Se a messa vengono 8 anziani...". Certo, qualche resistenza c’è stata: "Ma in alcuni casi è bastato dire che una messa la domenica ci sarà lo stesso". In centro si è parlato di San Giovanni Evangelista e Sant’Agata maggiore, che non sono più parrocchie. "Sono gestite direttamente dalla diocesi e vengono utilizzate per incontri, mostre, concerti – ha detto Ghizzoni –. Restano comunque aperte al culto". Ma "in tutto il centro abbiamo circa 9.000 persone e chissà quante chiese".

Recentemente si è parlato anche del possibile raggruppamento della diocesi di Faenza, dove nel 2025 il vescovo Mario Toso compirà 75 anni, l’età del pensionamento, con Imola o con Ravenna. Ghizzoni smentisce: "Faenza e Imola hanno fatto un percorso di unificazione a cui hanno lavorato per un anno e mezzo, per poi presentare una serie di progetti alla Santa Sede. Ma alla fine il Vaticano ha nominato un nuovo vescovo per Imola e tutto è caduto nel dimenticatoio. È probabile che Toso rimanga un po’ di più del previsto e sarà il nunzio apostolico a prendere una decisione. Non spetta a noi".