Silenzio incomprensibile davanti a quella parola: antifascismo

L'articolo critica l'accusa dell'on. Morrone sulla presunta partigianeria della sinistra nella celebrazione della Festa della Liberazione, sottolineando l'importanza dell'antifascismo come valore fondante della Repubblica italiana.

Vorrei chiedere all’onorevole . Morrone cosa intende quando afferma, e non è il solo a farlo, che la sinistra avrebbe reso di parte la Festa della Liberazione nazionale che ogni anno si celebra il 25 aprile. Egli aggiunge anche che in questo modo la sinistra avrebbe consegnato le piazze all’odio. Da un certo punto di vista, secondo me l’on. Morrone dice cose ovvie e risapute da 80 anni. Il 25 aprile è la festa di chi ha sconfitto il nazifascismo e consegnato all’Italia la libertà, la democrazia ed il conseguente progresso civile possibile solo nella libertà dei cittadini di scegliere attraverso libere elezioni democratiche da chi farsi rappresentare in Parlamento, ed attraverso questo, contribuire a determinare il governo del Paese.

Nelle piazze in cui da 80 anni si celebra questa emportante ricorrenza da sempre si ribadisce l’odio per qualunque oppressione dei popoli e la limitazione della libertà dovuta al nazifascismo. Odio per il fascismo quindi, ed ogni volta riconfermato il valore assoluto della libertà e della democrazia. Come ben espresse a suo tempo Vittorio Foa ad un parlamentare appartenente a quelle forze politiche eredi del fascismo che aveva portato l’Italia alla catastrofe, egli si trovava in quel luogo con piena legittimità grazie al fatto che coloro che avevano distrutto l’Italia erano risultati sconfitti di una spietata e sanguinosa guerra civile. La novità di questi ultimi anni, purtroppo, è la pretesa di alcuni di restare muti di fronte ad una parola del cui significato sono necessariamente intrise tutte le istituzioni della Repubblica nata dalla Resistenza, a partire dalla Costituzione su cui ogni componente di ogni governo è obbligato a giurare per poter assumere la carica. Quella parola è ovviamente antifascismo. Perché alcuni politici italiani rifiutano, o si rivelano incapaci di pronunciare questa parola che sta alla base di qualsiasi forma di civile convivenza nei, e tra i popoli? Questo io non capisco, ed ho una età per ricordare quando decenni fa un simile assurdo e surreale problema non sarebbe mai neanche stato concepibile. La Repubblica italiana è antifascista per Costituzione. Nessuno che a qualsiasi titolo sia chiamato ad incarichi pubblici può esimersi dal pronunciare questa parola, tutto il resto, mi pare, lascia il tempo che trova, compresa la pretesa che sia la sinistra, e non parte della destra, a creare confusione sulla splendida Festa della Liberazione, insieme al 2 giugno la più importante ricorrenza civile del Paese.

Lidiano Cassani