ANDREA COLOMBARI
Cronaca

"Sono distrutto". Al via una raccolta fondi per i tre figli

Iniziativa benefica del proprietario del mezzo. Secondo quanto spiegato dal suo legale, non era lì al momento della tragedia

"Sono distrutto. Non posso fare a meno di partecipare al profondo e infinito dolore per la tragica perdita di un caro amico quale è stato Nino". Ovvero Nino Currò, il 36enne originario di Messina ma da qualche anno residente a Imola con la famiglia che nella tarda mattinata di sabato scorso ha perso la vita a Conselice schiacciato dal furgone che stava riparando. E a intervenire sulla tragedia, resa ancora più amara dal fatto che il 36enne ha lasciato due figli e la moglie incinta, è l’amico Angelo Molinaro, proprietario sia del furgone che dell’abitazione nelle cui pertinenze si è improvvisamente consumata la tragedia.

"Il mio pensiero - ha proseguito Molinaro - è stato ed è costantemente rivolto ai suoi due bellissimi bimbi e al terzo in arrivo, oltre che ovviamente alla moglie. Davanti a questa tragedia che è capitata a Nino, ho sentito la necessità di farmi promotore di una iniziativa per sostenere questi bimbi: cosa che io farò in prima persona, augurandomi una grande partecipazione".

Si tratta di una raccolta fondi sulla piattaforma ’GoFundMe’ e dedicata al defunto.

In merito alle indagini di a carabinieri della locale Stazione e ispettori della Medicina del Lavoro dell’Ausl Romagna coordinate dal pm Francesco Coco, al momento prosegue contro ignoti per omicidio colposo. La procura ha già provveduto a disporre il sequestro dei cric, dei sistemi di sollevamento e delle placche usate per arrivare a staccare il mezzo da terra. Eventuali altri scenari investigativi, si paleseranno solo una volta depositate in procura le informative degli inquirenti.

In merito alla dinamica, l’avvocato Giovanna Cappello che tutela Molinaro (va sottolineato che si tratta di un mero consulto professionale visto che l’uomo figura come solo persona informata sui fatti), ha spiegato che l’uomo non ha assistito alla morte dell’amico. Non era cioè presente per via di concomitanti incombenze proprio nel momento in cui è stato sollevato il furgone. Lui e Currò si erano salutati sulla porta del garage per quello che nessuno poteva immaginare essere l’ultimo saluto. In quel momento Currò stava parlando al telefonino con la moglie.

In quanto ai cric, aveva provveduto il solo Currò a sistemarli. Molinaro - ha precisato il legale - non ha assistito nemmeno a questa fase visto che quando se ne è andato di casa, il furgone aveva ancora tutte le quattro ruote a terra.

E così intuito la portata della tragedia solo una volta rincasato dopo circa un’ora e mezza. Il primo ad arrivare, a notare il corpo ormai esanime e a lanciare l’allarme, è stato un loro amico, tal Roberto, andato in quell’abitazione sia per incontrare Molinaro che per poi recarsi a pranzo assieme a lui e al 36enne.

a.col.