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Sos dall’ospedale: "Mia madre anziana lasciata ore sul lettino. Alla fine è svenuta"
"Faccio quello che posso, con quello che ho". Una frase emblematica, pronunciata ieri mattina da una dottoressa dell’ospedale di Ravenna, e raccolta dalla figlia di una degente al termine di una nottata da incubo: la madre, caduta accidentalmente nella tarda serata di martedì, l’immediato trasporto in ambulanza, poi – minuto più, minuto meno – circa cinque ore di attesa su un lettino, prima che un peggioramento delle condizioni dell’anziana signora non obbligasse i sanitari a una rapida presa in carico. "Mia madre – raccontava la figlia ieri pomeriggio – alla fine ha riportato una micro frattura al coccige e sarà tenuta in osservazione fino a domattina. Tutto sommato è andata bene, ma quanto ho visto è allucinante: un ospedale completamente sguarnito di personale, pochissimi camici bianchi a fronte di un’utenza molto vasta. Voglio precisare che i medici e gli infermieri che erano di turno hanno fatto del loro meglio, sono stati efficienti e gentilissimi, dal momento dell’accettazione fino al ricovero in reparto. Il problema è che erano troppo pochi e la sensazione di una struttura in disarmo non era solo la mia".
La donna è stata testimone del disagio anche di altri pazienti: "Un ragazzo minorenne, entrato intorno alle 21 con un taglio in fronte, è rimasto ore solo col ghiaccio ed è stato medicato non prima delle 4, un altro era lì dalle tre del pomeriggio ed è entrato in ambulatorio dopo una dozzina di ore. Mia madre, lasciata su un lettino dalle 22, è stata visitata intorno alle 3 dopo che, dovendosi alzare per andare in bagno, ha avuto un episodio sincopatico ed è svenuta, ma fino a quel momento nessuno aveva potuto visitarla".
Soltanto nella tarda mattinata di ieri il consulto ortopedico ha restituito un quadro parzialmente rassicurate, ma con la figlia indotta a procurarsi da sola i necessari dispositivi sanitari per sveltire le procedure, sgravando da ciò l’ospedale. Testimonianze, quelle dei pazienti e dei rispettivi accompagnatori, che convergono nel solco delle preoccupazioni e lamentele dei sindacati in relazione alle precarie condizioni di lavoro dei dipendenti dell’azienda sanitaria romagnola.
l. p.