Spaccia davanti al bar, arrestato Nel 2005 gambizzò un rivale

In manette, a Punta Marina, un 60enne albanese in passato già coinvolto in fatti di droga e sparatorie

Spaccia davanti al bar, arrestato  Nel 2005  gambizzò un rivale

Spaccia davanti al bar, arrestato Nel 2005 gambizzò un rivale

Stessa località, Punta Marina, stesso bar – Arcobaleno – vicino al quale 18 anni fa gambizzò un connazionale rivale. Simile anche l’epilogo. Quella volta Arben Hoxha, albanese oggi 60enne residente a Marina, fu arrestato con l’accusa di lesioni personali aggravate. L’altra mattina, invece, i poliziotti della Squadra mobile lo hanno sorpreso mentre spacciava cocaina. Due involucri con dosi da 0,6 grammi gli sono stati trovati addosso all’atto della perquisizione, altrettanti li aveva ceduti poco prima a un assuntore, il primo a essere fermato dagli investigatori, mentre un altro equipaggio si è lanciato all’inseguimento del pusher, fermato dopo un breve tentativo di fuga.

In casa gli sono stati trovati anche un bilancino di precisione e denaro, un totale di 600 euro che gli è stato sequestrato poiché ritenuto provento di spaccio. Ieri mattina, davanti al giudice Cosimo Pedullà, l’albanese ha patteggiato cinque mesi, incassando la sospensione della pena e tornando libero. Ciò in ragione del fatto che sulla precedente condanna a 4 anni e 8 mese, dopo un periodo iniziale in carcere e ai domiciliari, aveva beneficiato di due anni di indulto. Difeso dall’avvocato Luca Berger, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Non ha così spiegato neppure la provenienza di un proiettile calibro 38 special, che pure gli è stato trovato dentro casa. Da vicende di droga e armi, del resto, la vita di Arben Hoxha non è avulsa. Quando aveva 41 anni, aveva già qualche precedente per stupefacenti. Una mattina del gennaio 2005, per regolare alcune ruggini, estrasse la pistola e fece fuoco contro un connazionale arrivato dalla Toscana, mirando alle gambe per poi, non pago, schiaffeggiarlo al volto. Furono giornate e indagini concitate, che si conclusero con diversi arresti e sequestro di armi.

Quel giorno, in via dei Tritoni, la sparatoria si verificò al termine di una discussione animata. Il ferito, che sanguinava copiosamente, fu portato al pronto soccorso da un amico, altri partirono dalle province di Pisa e Firenze per regolare i conti e ristabilire le gerarchie, ma furono intercettati sempre dalla Squadra mobile. Erano una decina di persone e uno degli albanesi fu trovato in possesso di un revolver con sei colpi, proiettili non comuni ma ’scamiciati’, pensati per per esplodere dentro il corpo e quindi per uccidere. Anche all’epoca si pensò alla droga come movente. Diciotto anni dopo, stessa località, stesso bar come teatro dell’arresto. E, di nuovo, coca e piombo.

l. p.