Spari contro la lucciola. Operata al torace, l’ha salvata il 118. I pm: "Voleva ucciderla"

Si indaga per tentato omicidio, la Procura smentisce che la donna abbia fatto il nome del suo aggressore. Esplosi più colpi, è viva per miracolo.

Spari contro la lucciola. Operata al torace, l’ha salvata il 118. I pm: "Voleva ucciderla"

Spari contro la lucciola. Operata al torace, l’ha salvata il 118. I pm: "Voleva ucciderla"

È stata operata al torace ed è ancora ricoverata in Rianimazione la 29enne lucciola di nazionalità bulgara, Ralitsa A. N., raggiunta nella tarda serata di domenica da più colpi d’arma da fuoco mentre esercitava la prostituzione su una piazzola lungo la statale Adriatica tra Mirabilandia e Savio, nei pressi della Cava Manzona Vecchia. La Procura ha aperto un fascicolo per tentato omicidio, al momento a carico di ignoti. I Pm Daniele Barberini e Francesca Buganè Pedretti non hanno dubbi: "Chi ha sparato a quella donna voleva ucciderla". Lo si desume dal fatto che l’aspirante assassino abbia esploso i colpi da una distanza molto ravvicinata, colpendola a un braccio ma anche al torace, nella zona sottocostale, dove è stata operata dai medici dell’ospedale Bufalini di Cesena e sarebbe fuori pericolo. Solo per miracolo un proiettile non ha centrato il cuore.

A salvare la 29enne è stato l’intervento di un’ambulanza che transitava dall’Adriatica proprio in quegli istanti drammatici. Il personale del 118, vedendo quella donna trascinarsi a bordo strada, si è subito fermato e le ha prestato i primi soccorsi, prima del trasferimento a Cesena con l’elicottero. Non distante è stata recuperata una Volkswagen grigia con targa bulgara, probabilmente la vettura utilizzata per raggiungere la piazzola dalla lucciola, che risulta domiciliata presso un residence di Cesenatico. La stessa presentava ferite multiple da arma da fuoco. I colpi di pistola sono stati esplosi verosimilmente da un’auto, col conducente che prima si è avvicinato alla vittima designata, per potere essere certo di centrare il bersaglio, e poi si è dato alla fuga. Non si sa se a bordo fossero uno o più. Imprecisato anche il numero degli spari, certamente diversi di cui almeno un paio siano andati a segno.

Sul posto, per i rilievi, è intervenuta la Scientifica dei carabinieri e gli investigatori mantengono il riservo anche sull’eventuale recupero di bossoli a terra. L’auto che da subito i carabinieri del Nucleo investigativo e della compagnia di Cervia hanno iniziato a cercare, aprendo la caccia all’uomo tutt’ora in corso, è di colore chiaro, anche se l’agguato non ha avuto testimoni oculari. Non essendovi telecamere installate in zona, al vaglio ci sono i vicini sistemi di rilevamento delle targhe, che tuttavia potrebbero non dire granché. Il fatto che la donna, rimasta cosciente, avrebbe fornito indicazioni sul modello dell’auto e persino su chi le aveva sparato, viene smentito dalla Procura. A detta degli investigatori, infatti, la lucciola non è ancora in grado di essere sentita e la prognosi resta riservata. Di certo si indaga nel mondo della prostituzione e in particolare in quella del racket delle piazzole. Fenomeno che dagli anni Novanta rende inquiete le notti lungo l’Adriatica. A ottobre del 2022 si era concluso, in primo grado, un processo che aveva portato a sette condanne di cittadini rumeni e bulgari, tra cui cinque donne, accusati di avere minacciato con le armi e chiesto denaro alle lucciole per l’affitto delle piazzole lungo la statale. Le indagini, insomma, potrebbero ripartire da qui, dall’ipotesi che la vittima si fosse ribellata ai suoi protettori-aguzzini. La cava Manzona, peraltro, era già stata teatro di un fatto di sangue nel 2005, quando il 30 dicembre fu trovato morto, freddato da un colpo di arma da fuoco, il metronotte Salvatore Chianese. Un delitto rimasto irrisolto.

Lorenzo Priviato