"Speculatori all’assalto finale della riserva di Foce Bevano"

Italia Nostra denuncia l'assalto alla riserva naturale di foce Bevano, un unicum ambientale sottoposto a vincolo paesaggistico, da parte di speculatori immobiliari, che mettono a rischio la biodiversità dell'alto Adriatico e la sicurezza dei cittadini.

"Speculatori all’assalto finale  della riserva di Foce Bevano"

"Speculatori all’assalto finale della riserva di Foce Bevano"

"Speculatori all’assalto finale della riserva naturale di foce Bevano". E’ l’allarme lanciato da Italia Nostra (sezione Ravenna) che in una nota ha lamentato che "prosegue l’assalto a uno dei più preziosi patrimoni di biodiversità dell’alto Adriatico costituito da foce Bevano, dune costiere, pineta demaniale litoranea e zone umide interne di Ortazzo e Ortazzino". Ovvero "un unicum ambientale di ben due riserve naturali dello Stato, zone Ramsar, zona Rete Natura 2000 e area del Parco del Delta del Po, sottoposte anche a vincolo paesaggistico".

Ma "non bastano le tutele dalle leggi: in questi ultimi anni si sta completando gradualmente l’assalto finale. Da mare, subsidenza, erosione e innalzamento del livello avanzano inesorabili, e le straordinarie dune un tempo estese e altissime sono ormai collassate dal lato mare. La piattaforma Angela Angelina continua a estrarre metano dai giacimenti sottostanti senza nessuno stop dagli anni 70 almeno fino al 2027, nonostante i tanti annunci di possibile chiusura e le ’compensazioni’ milionarie fatte di ripascimenti e fittizie ricostruzioni ambientali, che ben quantificano il danno commesso e ovviamente non lo risarciscono, con tassi di subsidenza co-indotta fino a -2 cm anno".

Quindi "da terra, a sud premono la terrificante lottizzazione di Lido di Classe in via del Lombardi, ed è notizia di questi giorni che dovrebbe partire anche quella omologa a nord, a Lido di Dante, che raddoppierà la località. Come possiamo definire queste operazioni immobiliari se non una sorta di speculazione o di vera e propria beffa ai danni dei cittadini? Nonostante le autorizzazioni, rileviamo da un lato un territorio che sprofonda e il rischio mareggiate e alluvioni sempre più frequenti, dall’altro, la mancanza oggettiva di spiagge adatte ad accogliere le centinaia di nuovi residenti o, si presume, vacanzieri".