Stop alle lottizzazioni,. Faenza Cresce si spiega: "Restiamo saldamente nella maggioranza"

Il capogruppo Luccaroni: "In passato si era sempre votato a favore e volevamo comprendere secondo quali basi scientifiche la Ghilana sarebbe stata più a rischio rispetto a lotti vicini già urbanizzati" .

Stop alle lottizzazioni,. Faenza Cresce si spiega: "Restiamo saldamente nella maggioranza"

Stop alle lottizzazioni,. Faenza Cresce si spiega: "Restiamo saldamente nella maggioranza"

Faenza Cresce lascia passare due giorni prima di intervenire sulla vicenda che l’ha vista votare con il centrodestra in consiglio comunale, dando vita all’inedito pareggio consumatosi a Palazzo Manfredi in occasione della votazione sul blocco all’urbanizzazione dell’area della Ghilana – poi approvato dal consiglio dell’Unione della Romagna Faentina. "La nostra lista è e continua a essere costruttivamente parte della maggioranza e della giunta di questa città – specifica il capogruppo Andrea Luccaroni –, alla quale rinnova la fiducia in tutti i suoi componenti, pur mantenendo le sue idee sullo sviluppo verso un futuro più attrattivo per studenti, famiglie e aziende".

Faenza Cresce desidera esplicitare il suo punto di vista: "Il voto era l’ultimo passo di un iter procedurale durato quasi quattro anni, in cui precedentemente il consiglio comunale aveva sempre votato a favore. È chiaro quindi che l’atteggiamento sia mutato, come affermato dallo stesso assessore Ortolani e dal sindaco Della Godenza in consiglio dell’Unione, seguendo un principio di precauzione. È per questo cambio di rotta dell’amministrazione che la nostra lista ha cercato di comprendere sulla base di quali evidenze scientifiche il lotto della Ghilana sarebbe stato maggiormente a rischio rispetto a quelli adiacenti già urbanizzati; tuttavia non abbiamo ottenuto risposta: a oggi è presente solo una bozza di un Piano speciale, che sarà pronto a giugno, in cui non sono evidenziate le zone di rischio".

Faenza Cresce nega insomma che sia in vista uno slittamento verso il centrodestra. La realtà civica promette però battaglia su alcuni dei temi al centro della ricostruzione così come la Regione e la struttura commissariale l’hanno disegnata. "Crediamo che la protezione idraulica di una città non si faccia impedendo di costruire in una zona già edificata, e che quindi il semplice diniego sia una risposta insufficiente e scorretta perché non mette in sicurezza la città, ma dice solo un ‘no’. Crediamo che sia necessario discutere di grandi opere per la valle del Lamone e del Marzeno, con interventi di messa in sicurezza a monte (casse di espansione, argini, tenuta del canali di scolo e dei terreno collinari e montani), perché solo attraverso queste opere si potrà dare reale risposta alla città, anche nelle zone già abitate e tragicamente colpite dagli eventi alluvionali del maggio scorso".

C’è poi il tema delle case e delle aziende in territorio a rischio: "Non possiamo non essere preoccupati della delocalizzazione di oltre 3.400 abitazioni e aziende per le frane, già preannunciate nel Piano, alle quali dovranno esserne aggiunte altre per la vicinanza ai fiumi – prosegue Faenza Cresce –. Ci auguriamo pertanto che questa delocalizzazione non riguarderà abitazioni e aziende all’interno di Faenza, città che dovrà essere messa in sicurezza con opere strategiche a monte e non attraverso lo spostamento di ‘pezzi di città’, seguendo principi di precauzionali vaghi, che mutano opportunità in ‘no’ e bloccano lo sviluppo di una città già in ginocchio che non desidera altro che rialzarsi".

f.d.