Tentato stupro, il trentenne resta in carcere

È quanto deciso da gip Janos Barlotti dopo avere convalidato l’arresto per l’episodio ai danni di una 25enne residente a Imola

Tentato stupro, il trentenne resta in carcere

Tentato stupro, il trentenne resta in carcere

Deve restare in carcere il 30enne bloccato dai carabinieri a Lugo nella notte tra lunedì e martedì scorso con l’accusa di avere tentato di stuprare all’autostazione una 25enne residente a Imola e di averle poi rapinato il cellulare per impedirle di chiamare aiuto. È quanto deciso dal gip Janos Barlotti dopo avere convalidato l’arresto, così come chiedeva il pm Marilù Gattelli. La difesa – avvocato Alessandra Venturi –, che aveva chiesto i domiciliari, si è riservata di fare istanza per copia immagini delle telecamere di videosorveglianza alla luce del fatto che il suo cliente ha assicurato di non avere aggredito la 25enne ma di averla solo derubata del cellulare.

Il giudice, nell’ordinanza depositata ieri, ha però ritenuto credibile la versione fornita in denuncia dalla giovane: il suo racconto appare cioè per il gip verosimile, lineare e coerente. E poi, in difetto di ulteriori elementi, non c’è nessun motivo per il quale lei possa avere mentito. La versione del 30enne - che deve rispondere di violenza sessuale e rapina - è stata bollata invece come non credibile e illogica: come dire che non esiste giustificazione per lo scippo di un cellulare se non quello di ritardare la richiesta di aiuto dopo l’aggressione. La giovane in caserma aveva riferito in buona sostanza di essere stata avvicinata alle spalle mentre si trovava su una panchina: il suo aggressore l’aveva quindi strattonata per i capelli facendola finire a terra e tentando di stuprarla. A quel punto lui era riuscito a spogliarla parzialmente, a sua volta facendo la stessa cosa con i suoi abiti. Ma lei aveva reagito riuscendo a urlare e a scappare. Poco dopo era stata soccorsa da una automobilista di passaggio la quale aveva infine chiamato l’Arma. Il 30enne giovedì mattina davanti al gip nel corso dell’udienza di convalida, aveva invece negato di avere spogliato o anche solo toccato la 25enne sostenendo di averle rubato il cellulare dopo averglielo visto in mano (al momento dell’intervento dei carabinieri , lo aveva ancora con sé). A riprova della sua versione, l’accusato aveva invocato la visione dei filmati delle telecamere di sicurezza dell’autostazione aggiungendo che all’arrivo in caserma, era ignaro dell’accusa di violenza sessuale. Dell’accaduto al momento non sono emersi testimoni oculari visto che il 30enne, reduce da una serata con amici, si trovava solo così come la 25enne.

a.col.