"Tonnellate di fango dell’alluvione ammassate accanto ai nostri terreni"

Lugo, l’azienda agricola Randi di via Fiumazzo: "Abbiamo speso 50mila euro per liberare i nostri campi. Ma adesso ci serve una mano, per il raccolto che abbiamo salvato avremo bisogno di spazio". .

"Tonnellate di fango dell’alluvione    ammassate accanto ai nostri terreni"

"Tonnellate di fango dell’alluvione ammassate accanto ai nostri terreni"

Tonnellate di terreno, mischiato a malta e sabbia, insieme ai detriti di varia natura trasportati dalle acque del Santerno accumulati a formare quasi una specie di secondo argine. L’azienda agricola di proprietà di Gabriele Randi, senior e junior, situata in via Fiumazzo 204, a 300 metri dal punto in cui l’argine ha rotto nel maggio scorso, le ha fatte togliere dal podere, per fare in modo che i peri e i meli del frutteto potessero ricominciare a respirare.

E ora attende da settimane che il Comune mantenga l’aiuto promesso per smaltire tutto quello che l’alluvione ha portato. Fino ad ora però, alle due telefonate intercorse, non è seguito alcun intervento concreto. E la terra continua a stare li, ammucchiata ai bordi della proprietà. "Quindici dei 30 ettari che possediamo erano sotto a un metro di acqua mista a malta e sabbia – spiega Gabriele junior –. L’acqua se ne è andata ma è rimasto il resto, compresi altri rifiuti portati dalla corrente. Subito ci era stato detto da parte del Sindaco che non saremmo rimasti soli, che ci avrebbero dato una mano a liberare il terreno. Ma non si è visto nessuno e ci siamo arrangiati. Con un investimento di oltre 50.000 euro siamo riusciti, tramite l’aiuto di ditte specializzati, a liberare i filari da quella crosta che si era formata".

A quel primo contatto ne è seguito un altro in cui si prometteva un intervento di Hera per raccogliere lo strato di terreno, malta e sabbia, tolto dalla proprietà. Questo oltre un mese fa. "Ci hanno detto di sistemare tutto lungo il perimetro della proprietà e che ci avrebbero fatto sapere quando Hera sarebbe passata – spiega. Ma da quel momento silenzio assoluto. "Ci hanno detto di sapere perfettamente come siamo sistemati ma nessuno ha fatto anche solo un sopralluogo. È che adesso – continua – abbiamo bisogno di spazio perché fra un po’ iniziamo a raccogliere. Fortunatamente siamo riusciti a salvare metà del raccolto. Diversamente – sottolinea – sarebbe stato impossibile continuare".

Oltre all’alluvione, l’azienda Randi è stata colpita anche dal tornado di 10 giorni fa. "Abbiamo due ettari di frutteto piantato a pere anche a Giovecca - continua. "Il tornado ha completamente steso le piante e danneggiato anche la casa colonica che è in parte crollata. Il vento entrando dalle aperture del fienile l’ha come fatta esplodere". Danni su danni che si ripercuotono oltre che sulle singole aziende anche sull’intero comparto. "Due amici di Spazzate Sassatelli, di poco più giovani di me, colpiti dalle due alluvioni, hanno deciso di abbandonare l’attività a causa dei danni subiti. Eora – continua – stanno mettendo in vendita tutte le attrezzature. Nessuno al momento ci ha comunicato la disponibilità di incentivi o di aiuti. Già il ritiro di terreno e detriti post alluvione sarebbe per noi un grande aiuto che speriamo si concretizzi a seguito della disponibilità offerta dal Comune".

Monia Savioli