REDAZIONE RAVENNA

Uccisa in spiaggia da una ruspa. Gnoli stavolta sceglie il silenzio. La difesa chiede i domiciliari

Di breve durata l’interrogatorio di garanzia del 54enne, ora in carcere, che il 24 maggio era alla guida del mezzo che ha travolto una turista sull’arenile. Saranno svolte consulenze tossicologiche di parte.

La ruspa, di proprietà di Lerry Gnoli, che formalmente lavorava per conto del figlio, è tuttora sotto sequestro Foto Corelli

La ruspa, di proprietà di Lerry Gnoli, che formalmente lavorava per conto del figlio, è tuttora sotto sequestro Foto Corelli

È durato pochi minuti l’interrogatorio di garanzia per Lerry Gnoli, l’uomo di 54 anni in carcere da cinque giorni con l’accusa di omicidio colposo e violazioni in materia di lavoro per la morte di Elisa Spadavecchia, travolta da una ruspa sulla spiaggia di Pinarella di Cervia lo scorso 24 maggio. Collegato in videoconferenza dal carcere davanti al giudice per le indagini preliminari Janos Barlotti, Gnoli ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, spiegando di non avere nulla da aggiungere a quanto già dichiarato nel lungo interrogatorio reso davanti alla pm Lucrezia Ciriello il 30 maggio, durato oltre quattro ore.

L’interrogatorio si è svolto senza la presenza del pubblico ministero, non necessaria. A rappresentare Gnoli, l’avvocato Vittorio Manes, che ha formalizzato la richiesta di sostituzione della misura cautelare con gli arresti domiciliari. Secondo la difesa, a più di un mese dai fatti non sussiste più né il rischio di reiterazione del reato né quello di inquinamento probatorio: Gnoli è senza patente, la ruspa è stata sequestrata e i testimoni chiave sono già stati ascoltati dagli inquirenti. Inoltre, sottolinea il legale, il suo assistito ha collaborato sin dall’inizio e ha già fornito una versione dettagliata dell’accaduto.

Ora spetta alla Procura esprimere il proprio parere entro due giorni sulla richiesta di scarcerazione. La decisione del gip è attesa entro la fine della settimana. Se accolta, l’uomo potrebbe lasciare il carcere di Ravenna e tornare a casa, in attesa degli sviluppi dell’inchiesta che dovrà chiarire a quale titolo Gnoli si trovasse con la propria ruspa sulla spiaggia a metà mattina di un sabato, quando da appalto i lavori di sistemazione dell’arenile erano terminati da una ventina di giorni.

Nel primo interrogatorio, Gnoli aveva ammesso l’uso di cocaina, pur sostenendo che non si trattasse di un’assunzione recente. Proprio per chiarire le sue reali condizioni al momento dell’incidente, sia la difesa che la Procura stanno valutando la nomina di consulenti tossicologici. Resta comunque il dato dei test ematici eseguiti subito dopo l’incidente, che avevano dato esito positivo.

L’arresto di Gnoli è stato disposto in base a una lunga ricostruzione della dinamica e alle risultanze dell’indagine preliminare: la ruspa, priva di targa e dispositivi di sicurezza, stava operando fuori dall’area autorizzata e in retromarcia a velocità sostenuta, quando ha colpito la 66enne vicentina. A rendere più grave il quadro c’è anche il precedente del 2022, quando Gnoli aveva investito un anziano, risultando positivo alla stessa sostanza.

Secondo gli inquirenti, l’uomo avrebbe continuato a lavorare nonostante la revoca della patente, formalmente per conto del figlio e su incarico del consorzio Consar. Ora il suo futuro immediato è nelle mani del gip: carcere o domiciliari, la decisione potrebbe arrivare già entro venerdì.

Lorenzo Priviato