Un marito padre-padrone: "Niente lavoro e amiche"

A processo un 47enne per maltrattamenti e lesioni sulla moglie "Mi controllava il cellulare ogni sera, al contrario di lui non voleva che uscissi".

Un marito padre-padrone: "Niente lavoro e amiche"

Un marito padre-padrone: "Niente lavoro e amiche"

Non voleva che lavorasse in quel ristorante, perché a proprio dire un collega le faceva la corte. A seguito dell’ultimo litigio, davanti ai familiari di lei durante una festa di compleanno, una volta tornati a casa l’aveva picchiata in presenza dei figli, secondo l’accusa colpendola con un pugno al volto, facendole sbattere la nuca contro uno spigolo, prendendola a schiaffi e a calci nelle gambe, e inseguendola per tutta casa.

L’uomo, un 47enne albanese residente in un lido ravennate, si trova ora a processo per maltrattamenti in famiglia e lesioni davanti al tribunale collegiale. Rispondendo alle domande del Pm Daniele Barberini, la vittima – parte civile con l’avvocato Paola Brighi – ha aggiunto che ogni sera lui le controllava il cellulare, cancellando messaggi, chat e foto. Inoltre, spinto dalla gelosia, si alterava quando lei usciva con le amiche, cosa che lui faceva abitualmente. Dopo quell’ultimo violento litigio, a febbraio 2022, l’uomo aveva messo alla porta sia la moglie che i due figli, senza mai versare gli alimenti prima dello scorso novembre, quando su istanza del legale sono iniziati i prelievi coattivi dalla busta paga. L’ex moglie ha riferito di tre episodi violenti nell’arco di vent’anni di matrimonio, cosa che nella strategia difensiva – avvocati Giorgia Montanari e Giacomo Scudellari – non configurerebbe il reato di maltrattamenti, in ragione della sporadicità degli episodi. Tra le accuse, anche il fatto di averle stretto le mani al collo fino a farla svenire, colpendola con calci alla pancia e schiaffi al volto, per poi farle sbattere la testa contro il frigorifero. L’uomo - ho spiegato il figlio maggiorenne in aula – era dedito all’alcol e si comportava da padre-padrone. Dopo l’ultima aggressione, la donna si era recata in ospedale. Inizialmente non voleva denunciarlo, lo aveva fatto dopo che lui, anziché scusarsi, l’aveva ulteriormente intimidita.

l. p.