CARLO RAGGI
Cronaca

Un territorio da proteggere. L’incognita dei nostri fiumi. Servono casse di espansione, ma mancano i progetti

Ad un anno di distanza dall’alluvione, il punto su dove dirottare l’acqua in altri casi-limite. L’assessore faentino Bosi: "Per Lamone e Marzeno potrebbe servire di più le aree di allagamento". .

Un territorio da proteggere. L’incognita dei nostri fiumi. Servono casse di espansione, ma mancano  i progetti

Un territorio da proteggere. L’incognita dei nostri fiumi. Servono casse di espansione, ma mancano i progetti

A un anno dalle alluvioni, i lavori di ‘somma urgenza’ per la sicurezza ordinaria del territorio, lungo i fiumi ravennati, dal Santerno al Savio, si stanno esaurendo, dalla via Emilia al mare gli argini sono stati riprofilati e rinforzati (e non solo dove c’erano state le rotte), lungo le sponde sono stati tagliati (non sradicati) gli alberi. Col primo luglio scatterà una seconda fase, quella dei lavori di ‘urgenza’ già messi in programma e finalizzati al consolidamento delle condizioni di sicurezza anteriori alle inondazioni: una fase questa che per quanto riguarda la provincia di Ravenna dovrebbe interessare solo il fiume Senio e in particolare, come sottolinea l’assessore ai Lavori pubblici e Protezione civile al Comune di Faenza, Massimo Bosi, "il completamento delle casse di espansione fra Cuffiano e Tebano", ovvero quell’intervento che, iniziato 19 anni fa, non è stato portato a conclusione.

Ma per meglio proteggere il territorio ravennate nel caso dovesse ripetersi un evento catastrofico come quello del 16 maggio 2023 tutto questo non sarà sufficiente, occorre altro, occorrono lavori in tutti i fiumi, declinati in modo diverso fra aree pedecollinari e pianura verso il mare e che a monte della via Emilia non possono che sostanziarsi in casse di espansione o aree di allagamento temporaneo: ebbene al momento su questo fronte non c’è ancora alcun progetto concreto. Forse qualcosa in più potrebbe emergere in prossimità del 30 giugno perché entro quella data, precisa la Regione, il generale Figliuolo "approverà i piani speciali definitivi", ma sembra certo che non conterranno interventi a lungo respiro. Dice il sindaco di Ravenna Michele de Pascale: "Ad oggi la struttura commissariale ha presentato un piano di 600 pagine pieno di filosofia, fitto di analisi di quello che è accaduto e di indicazioni di massima su come si dovrà operare, ma non identifica alcuna opera. Per quanto riguarda la salvaguardia di Ravenna, il riferimento ovviamente è per i corsi d’acqua a valle della via Emilia e nel piano si parla solo di manutenzione degli argini, di raccordi con il Consorzio di Bonifica, di delocalizzazioni. Ma a parte che qui tutto il territorio è a rischio, ciò che serve è evitare che l’acqua esca dai fiumi. Mi aspettavo molto di più, ovvero un elenco di opere da fare. Una richiesta che io avevo espresso già un anno fa alla premier Meloni! Mi auguro che si possa recuperare tempo in fretta con serrati confronti fra struttura commissariale e comuni per un agire concreto. E mi preoccupa la data del 30 giugno, giorno in cui scade l’incarico a Figliuolo: sarà riconfermato o sostituito? Non vorrei che tutto finisse nel dimenticatoio".

Il piano del commissario straordinario e già fatto proprio dalla Regione, è stato presentato una settimana fa ai comuni di pianura (la precedenza era stata data ai comuni collinari ove sono le frane a causare i maggiori problemi): è il frutto di una collaborazione fra struttura commissariale, Autorità di Bacino, tre università e Agenzia regionale del territorio. Spiega l’assessore Bosi: "Contiene solo le linee guida, il perimetro entro cui i territori e i loro attori principali a cominciare dai comuni dovranno progettare gli interventi che si ritengono idonei a impedire il ripetersi di un evento come quello di un anno fa che, non deve mai essere dimenticato, vide riversarsi sul Lamone venti milioni di metri cubi di acqua in confronto ai quali il milione e 200mila metri cubi di pochi giorni fa in Veneto quasi scompare. E questo perimetro è dato soprattutto dalle casse di espansione o dalle aree di inondazione temporanea. Va da sé che si tratterà di una fase che si protrarrà per un periodo fra i cinque e i dieci anni perché dovranno esserci incontri fra comuni, Autorità di Bacino, Regione, struttura commissariale, decisioni da prendere, stesura di progetti e poi appalto ed esecuzione dei lavori".

Tenendo conto della conformazione del territorio, è ben comprensibile che casse di espansione o aree di allagamento potranno essere realizzate solo nei tratti dei fiumi a monte della via Emilia ovvero in territorio cesenate per il Savio, forlivese per Ronco e Montone, Imolese per il Santerno; per Lamone e Marzeno gli spazi sono angusti, una decina di chilometri.

Spiega Bosi: "Gli esperti della struttura commissariale hanno esaminato i piani regionali per gli interventi contro le alluvioni redatti dalla Regione dal 2010 in poi e li hanno necessariamente aggiornati alle condizioni ben diverse di oggi. E in questa prospettiva per il Lamone, e anche per il Marzeno, potrebbero servire di più le aree di allagamento, vale a dire terreni privati e coltivati da allagare temporaneamente in caso di piene eccezionali. In questo contesto l’orientamento è di compensare adeguatamente e annualmente gli agricoltori per un tale tipo di servitù: va da sé che in caso di allagamento non ci sarebbero rimborsi. Una soluzione questa preferita alle casse di espansione: fra Brisighella e Faenza non ci sono spazi per casse capaci di reggere a una piena di venti milioni di metri cubi di acqua. La capienza delle due casse di espansione ipotizzate nel 2010 lungo il Lamone fra Brisighella e Faenza era di neppure quattro milioni di metri cubi. Davvero ben poca cosa!".

Progetti e lavori, questi per le casse o le zone di allagamento, che riguardano naturalmente anche gli altri fiumi che un anno fa hanno contribuito ad allagare la periferia di Ravenna, il Cervese e il Lughese, vale a dire il Montone, il Savio e il Santerno sui quali interventi del genere possono riferirsi solo ai territori di altre province: Forlì-Cesena e Bologna.