Ravenna, vertebra rotta per la caduta da cavallo: “Direttore di gara da condannare”

Una giovane classe 1999 riportò serie lesioni nell’aprile 2017 durante una prova di equitazione al Circolo Ippico Ravennate. L’incidente fu causato dall’invasione nel tracciato di un pony fuggito

Salto a ostacoli (foto di repertorio)

Salto a ostacoli (foto di repertorio)

Ravenna, 28 febbraio 2023 – Durante una prova della specialità cross-country una giovane promessa dell’equitazione, classe ’99, aveva riportato una frattura alla vertebra dorsale – 90 giorni di prognosi e due interventi chirurgici – dopo essere stata disarcionata dal cavallo, quest’ultimo andato in confusione dopo che gli si era accodato un pony fuggito dall’area non recintata utilizzata per il riscaldamento pre-gara.

Per quell’incidente sportivo, accaduto il primo aprile 2017 all’interno del Circolo Ippico Ravennate, il viceprocuratore Adolfo Fabiani ha chiesto ieri la condanna a tre mesi, per lesioni colpose, di un 64enne milanese che nell’occasione ricopriva il ruolo di delegato tecnico della manifestazione per conto della Fise, la Federazione italiana sport equestri. La giovane, parte civile con la tutela dell’avvocato Giorgio Bacchelli, chiede una provvisionale di 40mila euro oltre ai danni in sede civile.

Sentenza a fine marzo. Il cross-country consiste in prove di velocità su terreno vario e nel superamento di ostacoli fissi come laghetti, tronchi e siepi. Un’amica della ragazza aveva ripreso col cellulare le fasi dell’incidente e il filmato è confluito nel fascicolo, dando prova di quanto accaduto.

Nel video, che dura 39 secondi, si vede la cavaliera saltare un paio di ostacoli, quando a un certo punto dall’altoparlante viene comunicato un imprevisto, la presenza sul tracciato di un cavallo ’scosso’, cioè senza cavaliere.

Si tratta di un pony che, dopo avere compiuto una sorta di inversione a ’U’, si mette in scia del cavallo in gara, quest’ultimo poco prima di un ostacolo allarga a sinistra e finisce in un’area boscata.

"Ad ogni ostacolo, si vede nel video, è presente un giudice, ma nessuno ha utilizzato gli strumenti in dotazione, bandierine, fischietti, apparecchi radio, per segnalare il pericolo, percepito invece dall’amica che mentre filma dice ’oddio’ e dal pubblico che rumoreggia", ha detto in arringa il legale di parte civile, avvocato Bacchelli, rimarcando come "non si trattasse di una gara amatoriale", e che la sua assistita avesse vinto la prima di tre prove e si stesse distinguendo anche nella seconda. Il delegato tecnico, a suo avviso, è responsabile in quanto addetto alla sicurezza dell’evento in ogni suo aspetto. Opposta la versione della difesa – avvocati Fabrizio Conti e Ilio Mocchetti – secondo cui il responsabile andava individuato in chi aveva in cusodia in cavallo fuggito, da regolamento nel percorso gara non possono esserci recinti e i tempi di reazione degli arbitri sono stati quelli "umani", dato che il tentativo di fermare l’animale "avrebbe fatto più danni".