"Vi furono uccisioni anche di civili. Ma mio padre le aveva proibite"

Il figlio del comandante partigiano Bulow in tribunale contro lo scrittore Stella che lo definì "Boia" per i fatti della tarda primavera del ’45. Decade la richiesta di fare testimoniare Vittorio Sgarbi .

"Vi furono uccisioni anche di civili. Ma mio padre le aveva proibite"

"Vi furono uccisioni anche di civili. Ma mio padre le aveva proibite"

Da un lato ammette che "vi furono uccisioni sommarie: 136 persone tra militari fascisti e civile". Dall’altro, dalla regia di questa strage, scagiona il proprio padre, Arrigo Boldrini, il comandante Bulow, in quanto lo stesso "era contro i giustizialismi e aveva detto ai suoi partigiani di non farsi coinvolgere". In aula è la volta di Carlo Boldrini, parte civile contro lo scrittore Gianfranco Stella ai cui occhi Bulow è "il boia di Codevigo". Oltre che nei libri, lo aveva ribadito anche in un post su facebook che aveva innescato l’esposto di Carlo e il decreto penale di condanna della Procura, cui Stella si è opposto e ora si difende nel processo per diffamazione. Due sentenze civili hanno già condannato Stella a risarcirne la memoria con complessivi 25mila euro, la stessa cifra che il figlio di Bulow chiede ora perché "di quei soldi – dice – non ho visto un centesimo". Lo scrittore, dal canto suo, agita una sentenza di assoluzione del suo libro sul Codevigo pronunciata dal tribunale di Rimini.

Incalzato dalle domande del difensore di Stella, avvocato Luca Tadolini – mentre il giudice Roberta Bailetti invitava le parti in giudizio a seguire la traccia di un processo per diffamazione e non alla storia – Carlo Boldrini ha definito "illazioni" le ricostruzioni storiche di Stella, ricordando come anche lo storico Barbero avesse spiegato: "Stella ha preso un granchio". "Boia vuole dire carnefice" e il padre a suo giudizio non lo fu perché da quell’accusa "fu scagionato e non fu mai amnistiato perché per quel reato non via era amnistia". Anzi, l’allora presidente Scalfaro non l’avrebbe fatto cavaliere di Gran croce "se la sua figura non fosse stata cristallina". E offre la sua ricostruzione dei fatti: "Di fronte ai nazifascisti che, imbottigliati nell’area padovana di Codevigo facevano stragi cercando una via di fuga verso il Brennero, la popolazione esasperata diede luogo a giustizialismi che coinvolsero 136 tra militari fascisti e civili". Una giustizia sommaria durata due mesi, "dal 29 aprile a fine giugno del ’45, come testimonia anche il diario del parroco di Codevigo". Il padre Bulow, al comando della 28ª brigata Garibaldi, partì a metà e "su 17 giorni fu presente solo 9, poiché impegnato a relazionarsi coi superiori a Venezia e Bologna per rimandare a casa 900 uomini. La sera del 6 maggio, capendo che stava succedendo qualcosa, disse di essere contro quei giustizialismi e ordinò ai suoi uomini di non farsi coinvolgere". Il giudice ha intanto ritenuto decadute le richieste della difesa di fare testimoniare Vittorio Sgarbi – coinvolto a suo tempo in una diatriba con Bulow sulla vicenda, poi rientrata – e dello storico Francesco Perfetti. La sentenza è prevista a novembre.

Lorenzo Priviato