"Violenza di gruppo per ritorsione". Condannati due zii di una giovane

Lei aveva denunciato il primo assieme alla sorella per pregressi abusi. Per la difesa invece non erano in città quel giorno

"Violenza di gruppo per ritorsione". Condannati due zii di una giovane

"Violenza di gruppo per ritorsione". Condannati due zii di una giovane

Otto anni di carcere alla zio che per l’accusa l’aveva violentata. E sei anni allo zio che avrebbe ispirato il raid punitivo. Sono le condanne inflitte ieri mattina in abbreviato dal gup Corrado Schiaretti ai due uomini accusati di violenza sessuale di gruppo su una giovane che, assieme alla sorella, avrebbe innescato tutto con la denuncia di abusi sessuali di uno zio subiti sin da quando erano bambine. Il pm Angela Scorza aveva chiesto per entrambi gli imputati sei anni di reclusione. Mentre la difesa (avvocato Nicodemo Apollinare) l’assoluzione sostenendo in sintesi che i due al momento dei fatti non si trovavano nemmeno a Ravenna.

Gli imputati sono stati anche condannati a risarcire la nipote, parte civile con l’avvocato Simone Balzani: il danno verrà quantificato in separata sede. Nella predente udienza, erano stati sentiti gli psichiatri che avevano assistito la ragazza in ospedale: avevano restituito di lei un forte stato di choc oltre a segni sul corpo compatibili con la lamentata violenza. La vicenda - secondo quanto ricostruito dall’apposita sezione della squadra Mobile - risale al febbraio 2021. E aveva indotto sulla giovane, un forte turbamento tanto da spingerla verso un gesto estremo ingerendo farmaci.

Secondo l’accusa, il primo zio aveva ideato il piano mentre il fratello l’aveva messo in pratica assieme a due persone rimaste ancora ignote. I due imputati, rimasti a piede libero, hanno sempre negano tutto sostenendo che il giorno indicato dalla ragazza, loro si trovavano a centinaia di chilometri di distanza dall’avvocato (diverso dall’attuale difensore). Un alibi questo che a suo tempo aveva spinto il tribunale del Riesame a non convalidare i provvedimenti di fermo.

La giovane in incidente probatorio aveva però insistito. Tanto più che il suo indirizzo nuovo, riportato nella notifica di un atto di un’altra indagine, compariva nel fascicolo che i due zii avevano potuto sfogliare dal loro avvocato proprio il giorno della contestata violenza di gruppo.

a.col.