Saman, la prima foto della madre dopo l’arresto. I giudici: “Fredda e risoluta, altro che succube”

Nelle motivazioni con cui Nazia Shaeen e il marito sono stati condannati all’ergastolo per il delitto commesso nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio del 2021 non si esclude che lei stessa sia stata l'esecutrice materiale dell'uccisione della figlia

Reggio Emilia, 3 giugno 2024 – Una personalità "ferma e risoluta" che ha dimostrato nei confronti delle sorti della figlia "freddezza e distacco assoluti". Dunque una moglie "tutt'altro che succube" di un marito autoritario e violento come invece ha sostenuto il figlio.

A sinistra Nazia Shaheen, la madre di Saman, nel suo primo scatto dopo l'arresto in Pakistan avvenuto dopo 3 anni di latitanza e a destra il casolare del terrore dove è stato trovato il corpo senza vita della figlia 18enne
A sinistra Nazia Shaheen, la madre di Saman, nel suo primo scatto dopo l'arresto in Pakistan avvenuto dopo 3 anni di latitanza e a destra il casolare del terrore dove è stato trovato il corpo senza vita della figlia 18enne

Questo l’identikit fatto dai giudici di Nazia Shaeen, la madre di Saman Abbas, nelle oltre 600 pagine di motivazioni con cui hanno condannato, nel dicembre scorso, la 51enne e il marito all'ergastolo.

Shaeen, latitante, è stata arrestata venerdì scorso in Pakistan dove ha vissuto nell'ombra per gli ultimi tre anni, dopo la fuga da Novellara il giorno dopo il delitto e questa che pubblichiamo è la prima foto della donna dopo l’arresto sul furgone in Pakistan.

I giudici ritengono “inevitabile che la donna abbia partecipato attivamente ai momenti in cui si è decisa la sorte di Saman”, perché fu ad esempio lei, la sera del 30 aprile 2021, a condurre la figlia in quell'ultima passeggiata, accompagnando insieme al marito Shabbar (con "sconfortante certezza" per i giudici) "letteralmente la figlia a morire".

Sono inoltre ritenute "eloquenti ed espressive" le movenze di Nazia immortalate dalle telecamere di sorveglianza, quando "in modo fermo e risoluto, bloccando con un gesto il marito si inoltra sulla carraia con Saman". E rimane fuori dagli occhi elettronici "per quel minuto che –  scrivono ancora i giudici reggiani –  non consente di escludere sia stata lei l'esecutrice materiale dell'uccisione della figlia”.