
Sfilano i testimoni al processo in dibattimento. Un’ex detenuta: "Era bipolare"
"Lui si era innamorato: scriveva alla detenuta lettere che io le consegnavo, con contenuti morbosi ma carini. Nacque una relazione surreale, ma poi vi fu una rottura. Secondo lei, che era la mia compagna di cella, l’altro era diventato uno stalker". La vicenda di presunti atti persecutori tra due detenuti alla Pulce, anticipata dal Carlino, è approdata al processo con rito ordinario. In ottobre l’imputato, un 37enne, era stato rinviato a giudizio per le condotte che avrebbe tenuto verso un ospite della sezione Orione del carcere reggiano, che accoglie persone transgender. Davanti al giudice Francesco Panchieri ieri sono stati sentiti tre testimoni citati dalla Procura, a partire da un’ex detenuta che ha raccontato di aver conosciuto sia l’imputato in una precedente detenzione, sia la vittima con cui divideva la stanza alla Pulce. Secondo la ricostruzione accusatoria, l’imputato avrebbe recapitato missive all’altro, ieri declinato dalla teste al femminile. Dopo che quest’ultima, una 36enne, aveva rifiutato avances, lui l’avrebbe minacciata: "Allora preparati perché ti do due coltellate vere e ti ammazzo... ti taglio il viso". I fatti contestati risalgono all’ottobre-novembre 2023, quando poi scattò il trasferimento dell’imputato in un altro istituito. La presunta vittima si è costituita parte civile affidandosi all’avvocato Oriana Peraboni (ieri sostituita da Manuela Scognamiglio), mentre l’imputato è difeso di fiducia dall’avvocato Maurizio Attolini (foto). La teste ha riferito che la compagna di stanza avrebbe fatto moine all’altro per avere vantaggi economici; che l’imputato le mandava lettere e che dopo un episodio il loro rapporto si deteriorò: "Lei diceva di chiamare il sovrintendente con lo scopo di far trasferire l’altro e andava in ansia". Sentita durante le indagini, la teste aveva detto che la detenuta spesso piangeva e non voleva uscire dalla cella. Poi l’imputato fu messo in isolamento e infine trasferito: ora è in un carcere del Sud, da cui ieri era videocollegato. La testimone ha anche detto che l’altra fece atti autolesionistici, e pure l’imputato: "Un giorno lei prese l’acetone, se lo buttò addosso, si chiuse in cella e pretese che chiamassimo gli agenti. Era bipolare". È stato poi ascoltato un ispettore di polizia penitenziaria: "Nel novembre 2023 mi consegnò un manoscritto da dare alla Procura per stalking verso l’attuale imputato". Si proseguirà in ottobre per sentire la parte civile.
Alessandra Codeluppi