ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Tentato omicidio a Reggio Emilia, in 4 sotto accusa: cosa è successo

La sanguinosa aggressione avvenne davanti al bar Esperia di viale Piave: la violenza scaturita dalla lite per la riscossione di una vincita alle slot machine

Lite violenta al bar: sul posto intervenne la polizia

Lite violenta al bar: sul posto intervenne la polizia

Reggio Emilia, 3 maggio 2023 - Per una sanguinosa aggressione davanti al bar noto come 'Esperia' di viale Piave, avvenuta il 15 febbraio 2019, quattro persone di origine cinese, tra cui una donna, sono accusate di tentato omicidio in concorso. Quella sera, poco prima delle 22, fu accoltellato un uomo di origine albanese. Lui si trovava all'interno del locale, dov'era avvenuto un litigio, poi uscì ed  venne raggiunto dai suoi aggressori. Il ferito riuscì a fuggire, raggiungendo l'ingresso della questura dove fu soccorso dagli agenti.  Fu poi operato e ricoverato in prognosi riservata all'ospedale Santa Maria Nuova, poi indicata in quaranta giorni. In base alla ricostruzione investigativa, la sanguinosa aggressione scaturì da una lite per la riscossione di una vincita alle slot machine.

Da quanto trapela, l'albanese, che oggi ha 44 anni, sarebbe stato ubriaco e avrebbe chiesto una cifra più alta di quella da lui aggiudicata dopo aver giocato con le macchinette. Avrebbe litigato e aggredito la titolare del locale allora denominato 'Jin Xing', la 52enne Qing Ye. Quest'ultima avrebbe poi chiamato in aiuto tre connazionali: tutti e quattro sono accusati di aver aggredito l'albanese con calci e pugni. Un 44enne, Lei Chen, lo avrebbe percosso più volte con un bastone di legno, mentre un 56enne, Xibing Ye, lo avrebbe colpito con cinque fendenti di arma da taglio, si ipotizza un coltello. Avrebbero continuato ad aggredirlo anche mentre scappava e impedendogli di uscire, poiché la donna aveva chiuso la porta di ingresso. Secondo la Procura, queste condotte sarebbero state "idonee e dirette in modo non equivoco" a causarne la morte, evento che non si verificò perché il ferito riuscì a scappare e a chiedere aiuto, e perché fu immediatamente soccorso e operato. Gli furono riscontrate gravi lesioni personali: quattro ferite penetranti al corso, di cui una al polmone destro. Le indagini sono state condotte dalla squadra mobile della questura.

Per i quattro cinesi il pubblico ministero Francesco Rivabella Francia ha chiesto in febbraio il rinvio a giudizio alla luce dell'acquisizione di diverse fonti di prova, tra cui l'analisi del sistema di videosorveglianza e dei telefonini, raccolta di testimonianze, il racconto del ferito, le dichiarazioni fatte alla polizia giudiziaria da due degli indagati. Fu inoltre chiesto un incidente probatorio nel marzo 2019 - udienza in fase di indagini preliminari davanti al giudice per cristallizzare anticipatamente le prove - e tre mesi dopo furono ascoltati i sospettati; figurano anche le relazioni dei consulenti tecnici (informatico e medico legale).

L'udienza preliminare era fissata ieri davanti al giudice Andrea Rat, che però risultava incompatibile, e ora il procedimento passerà al collega giudice Luca Ramponi, che dovrà fissare una nuova data. Nel pool difensivo figurano gli avvocati Vincenzo Belli, Concetta Scalzi, Andrea Cimolin e Mario Di Frenna, mentre il ferito è tutelato dall'avvocato Giuseppe Caldarola. Belli assiste Chen e codifende (insieme al legale Scalzi) Qiu: "Verosimilmente non sceglieremo alcun rito alternativo ma chiederemo di celebrare il processo perché riteniamo esclusa la nostra responsabilità".