Addio Madre Luisa. Una vita per gli altri tra umiltà e speranza: "Donna di gran cuore"

Si è spenta a 94 anni Luisa Falsetti, missionaria in Bangladesh. Il ricordo della Mestre Pie dell’Addolorata: "Esempio di dedizione . e attenzione ai più deboli". Lunedì pomeriggio il funerale in Duomo. .

Addio Madre Luisa. Una vita per gli altri tra umiltà e speranza: "Donna di gran cuore"

Addio Madre Luisa. Una vita per gli altri tra umiltà e speranza: "Donna di gran cuore"

"Annunciamo la nascita al cielo di una donna di grande cuore e profonda sensibilità", così esordisce Madre Serena Pinotti, superiora generale delle Maestre Pie dell’Addolorata, nel ricordare, insieme a tutte le consorelle, la figura di Madre Luisa Falsetti, che ha terminato la sua vita terrena giovedì pomeriggio, all’età di 94 anni, nella casa di riposo dell’istituto religioso. "Per molti consigliera e amica, per tutti ‘madre’ ed esempio di dedizione e attenzione ai più deboli. – spiega Madre Serena – Mai divisiva, sempre attenta a mantenere aperto il dialogo, era rispettata da tutti, anche in terra bengalese, dove oggi cristiani e musulmani, insieme, la piangono e rendono grazie per averla conosciuta". Madre Luisa era nata a Nibbiano, in provincia di Piacenza, il 19 novembre del 1929 e aveva emesso i primi voti religiosi nelle Maestre Pie nel 1953. Insegnante di scuola elementare, poi professoressa di inglese, fu superiora generale dell’Istituto per due mandati consecutivi, dal 1981 al 1993. Al termine del servizio, come responsabile dell’Istituto partì per il Bangladesh, dove rimase fino al 2015. Dopo il rientro ha continuato da Rimini il suo aiuto incessante alle missioni, sempre pensando ai più poveri dei poveri. "Madre Luisa è stata una donna aperta, lungimirante, sempre positiva, socievole e creativa, mai stanca di reinventarsi. – ricorda Madre Serena – Per dare l’opportunità a donne povere del Bangladesh di frequentare corsi di cucina e così acquisire competenze che avrebbero consentito loro di trovare un lavoro, si improvvisò cuoca. Per dare un futuro alle sue ricamatrici, imparò lei stessa a ricamare e divenne a suo modo imprenditrice, creando una possibilità di mercato per i loro manufatti. Era attentissima a non sprecare nulla, anche nelle piccole cose; sempre pronta a donare agli altri; raramente teneva cose per sé e se sapeva che qualcuno era nel bisogno, non si faceva scrupolo a chiedere aiuti: mai per se stessa, sempre per gli altri. Penso di poter dire che chiunque nel bisogno abbia incontrato Madre Luisa, non si sia allontanato da lei senza aver trovato, insieme a una buona parola e a un ascolto paziente, anche un aiuto concreto". Silvia Tagliavini, amica da sempre di Madre Luisa, ha seguito da vicino la sua missione, visitandola almeno una volta all’anno. "Era di un’intelligenza incredibile, sapeva veramente coniugare fede e vita. – dice Silvia – Per lei il Bangladesh era una seconda patria. A Dacca ha creato una scuola per novizie e un centro di formazione per bambini e ragazzi, grazie soprattutto alla donazione della famiglia Ugolini in ricordo della figlia Carlotta, dando poi via al doposcuola e alle adozioni a distanza. Nella città di Rajshahi la terza struttura: un altro centro per poter dare a bambini e donne un riscatto e un’esistenza dignitosa. Anche da Rimini, negli ultimi anni, ha sempre tenuto un collegamento con la missione, organizzando iniziative per sostenere quei luoghi tanto amati". L’ultimo saluto a Madre Luisa sarà lunedì, alle 15, in Duomo.

Maria Cristina Muccioli