Ambulante obbligata a traslocare : "Sono offesa, questo è un sopruso"

Nicoletta Peddio gestisce il banco di famiglia al mercato di piazza Gramsci e vende abbigliamento. Il mercoledì però dovrà cambiare postazione perché al suo posto sorgerà una isola ecologica .

Gesti che si ripetono. Mercato dopo mercato, stagione dopo stagione. L’arrivo all’alba in piazzale Gramsci a Rimini, il mercoledì e il sabato, mentre il venerdì si va a Santarcangelo. Si apre il banco e si espone la merce, maglieria e abbigliamento. Fino alle 14. Nicoletta Peddio ha 59 anni e da 4 ha preso il posto del marito. Una scelta presa per proseguire la storica attività di famiglia (aperta 35 anni fa) quando il coniuge è andato in pensione. Ma dopo una vita di precisi e ripetuti gesti, come l’aprire il banco e il cliente che ti trova sempre in quella posizione qualcosa cambierà. "Devo trovare un’altro posto al mercato del mercoledì a Rimini – spiega Nicoletta con la voce brillante ma accompagnata da un velo di tristezza che lungo la chiacchierata diventa più profondo –. L’ho saputo tre giorni fa: un signore (presumo mandato dal Comune) con la bici si è fermato al mio banco e mi ha detto che dovevo scegliere un nuovo punto dove collocarmi, facendomi vedere una piantina. Danondomi del tu, senza nemmeno conoscerci e senza cartellini per identificarsi". Un fulmine a ciel sereno ma perché questo trasloco? "Dove sono io, il mercoledì, sorgerà una stazione ecologica. Dieci anni fa il mercato fu spostato da piazza Malatesta e abbiamo impiegato anni per far sì che tutti i clienti ci trovassero. Siamo 500 ambulanti e abbiamo scelto il posto tra i primi, ad angolo. Secondo le nostre esigenze. Ora dovrò prendere uno scarto". Peddio non contesta tanto la soluzione, quanto il modo: "Capisco tutto, il suolo non è il mio e se serve lo possono prendere ma il modo usato non mi è piaciuto. E poi, ad offendermi nell’animo, c’è il fatto che il mio lavoro sarà sostituito con l’immondizia. Avendo due licenze, il sabato rimarrò dove sono". Ieri mattina Nicoletta ha inviato una lettera al Comune di Rimini "ma sicuro non mi risponderanno. Tra meno di 20 giorni dovrò cambiare postazione e sono consapevole che non posso chiedere niente. Però voglio dire che questo è un sopruso. Ecco perchè voglio raccontare questa storia". Il disagio è palpabile, la voce è rotta dal pianto: "Mi sento offesa. Non è per il posto cambiato ma il modo in cui l’hanno comunicato. Non c’è più civiltà. E questo mi dà un grande dispiacere. Non pensavo alla mia età di trovarmi in questa situazione, trattata come il nulla. Nell’ufficio del Comune il dirigente mi ha spiegato che si sapeva che lì sarebbe sorta una stazione ecologica. Io sapevo solo che anni fa avevano fatto dei sondaggi. Anzi, avevo chiesto che venissero chiusi dei buchi che avevano lasciato aperti ma sono ancora lì".

Francesco Pierucci