Blitz e sequestri sul Titano. Telefonini ’truccati’ per evitare intercettazioni. Cinque finiscono nei guai

Perquisizioni al Punto spy di San Marino. Secondo la Procura le schede sim venivano intestate a persone ignare e usate da altre per aggirare i controlli. Il legale del titolare del negozio: "Collaboriamo alle indagini, tutto sarà chiarito".

Blitz e sequestri sul Titano. Telefonini ’truccati’ per evitare intercettazioni. Cinque finiscono nei guai

Blitz e sequestri sul Titano. Telefonini ’truccati’ per evitare intercettazioni. Cinque finiscono nei guai

Gli ‘spioni’ nel mirino della Procura di Rimini. Un’indagine, quella condotta dalla Squadra mobile della polizia e coordinata dal sostituto procuratore Davide Ercolani, che vede sul registro degli indagati già 5 persone, ma destinata ad allargarsi. Soprattutto dopo la perquisizione del Punto spy di San Marino, negozio specializzato nella vendita di strumenti per la sicurezza e il controspionaggio, effettuata la settimana scorsa su richiesta della Procura riminese. Durante la perquisizione (per la quale la Procura di Rimini ha dovuto chiedere una rogatoria, concessa dal commissario della legge Roberto Battaglino) la polizia giudiziaria sammarinese ha messo sotto sequestro diverso materiale, tra cui le schede sim per i telefoni.

La pista principale seguita dagli inquirenti riguarda proprio il presunto uso illecito di schede telefoniche, impiegate per non essere rintracciabili ed evitare le intercettazioni. Queste schede sarebbero state attivate con i nomi di ignari clienti e usate poi – a loro insaputa – da altre persone. Grazie alle schede conversazioni e messaggi non potevano mai essere intercettati. Una pratica molto comune nelle manovre di controspionaggio. Un sistema che – secondo gli inquirenti – sarebbe andato avanti per anni. Sono cinque finora gli indagati, accusati a vario titolo di reati come sostituzione di persona, trattamento illecito dei dati personali, truffa, falso, ricettazione. E tra le persone finite sul registro degli indagati c’è anche lo stesso titolare del Punto spy di San Marino. Nel negozio, aperto nella zona di Dogana – vicino al confine con la nostra provincia – nel 2003, si possono acquistare mcrocamere, visori notturni, sistemi per localizzare le persone e i mezzi in movimento, apparecchi per rilevare i congegni usati per le intercettazioni, ma anche ’repliche’ di abbigliamento militare. Un posto molto frequentato dagli investigatori privati e da chi opera nel campo della sicurezza.

"Nessun altro provvedimento è stato preso nei confronti dell’attività Punto spy, dopo la perquisizione avvenuta nei giorni scorsi – spiegea Filippo Cocco, il titolare del Punto spy – Il negozio sta lavorando regolarmente". Il Punto spy "collaborerà attivamente con la Procura di Rimini nelle indagini e si è già messo a disposizione per fornire tutti gli elementi utili per l’indagine". Al momento tra gli indagati "ci sono anche alcuni clienti e fornitori", oltre al titolare del Punto spy. Cocco è certo che "presto sarà fatta luce sulla vicenda e verrà dimostrata l’estraneità del titolare del Punto spy alla vicenda". Inoltre va ricordato che sul Titano le leggi sulle intercettazioni sono molto diverse da quelle italiane.

Manuel Spadazzi