Calvario giudiziario. Assolto dopo sei anni dall’accusa di molestie

L’uomo era finito alla sbarra per presunte violenze sessuali nei confronti della figlia della propria compagna, quando la ragazzina era minorenne .

Calvario giudiziario. Assolto dopo sei anni dall’accusa di molestie

Calvario giudiziario. Assolto dopo sei anni dall’accusa di molestie

Una battaglia giudiziaria durata quasi cinque anni, durante i quali un quarantenne residente in provincia di Rimini ha visto la sua vita completamente stravolta da una serie di accuse pesantissime: aver molestato, diverse occasioni, la figlia minorenne della nuova compagna, toccandola nelle parti intime nel momento in cui entrambi si trovavano insieme nel letto matrimoniale. Nel primo grado di giudizio - in attesa di sapere se la sentenza verrà o meno impugnata davanti alla Corte d’Appello - l’uomo, assistito dagli avvocati Giovanna Ollà e Francesco Pizzuto, è riuscito tuttavia a dimostrare la propria innocenza. Nei giorni scorsi il giudice di Rimini lo ha assolto perché il fatto non sussiste, mettendo fine - almeno per ora - alla sua odissea nelle aule del tribunale.

La Procura aveva chiesto per lui una condanna a 7 anni e 10 mesi. La storia era venuta a galla nel 2019, quando la ragazzina aveva deciso di rivolgersi alla madre per raccontarle di quei presunti palpeggiamenti ad opera del patrigno. I tre (la minore, la madre e il nuovo compagno di lei), stando a quanto riferito agli inquirenti, avevano l’abitudine di dormire insieme nello stesso letto matrimoniale formato ‘king size’, insieme anche ad una seconda bambina nata dalla nuova relazione. Proprio lì, nel letto matrimoniale, sarebbero avvenuto i presunti palpeggiamenti. La minore aveva racconto di essere stata costretta a subire contro la sua volontà le attenzioni dell’uomo, senza che né la madre né la sorellina si fossero mai accorte di quanto stava avvenendo sotto le lenzuola. Episodi che, stando al racconto, si sarebbero consumati quando la giovane aveva tra i 14 e i 16 anni.

A seguito delle rivelazioni, la madre aveva deciso di interrompere la relazione con l’uomo. Nel corso di un’audizione protetta, la minore era stata sentita dal giudice che alla fine aveva deciso per il rinvio a giudizio dell’uomo. Quest’ultimo si è sempre difeso respingendo categoricamente le accuse e sostenendo di aver mai alzato nemmeno un dito sulla ragazzina. Nel corso del processo, la difesa dell’indagato ha posto l’accento su alcune presunte discrepanze nel racconto fatto dall’ex compagna e dalla figlia, mettendo quindi in discussione l’impianto accusatorie. A distanza di cinque dalla prima denuncia, dunque, il quarantenne è riuscito a chiudere - almeno per ora - il suo conto in sospeso con la giustizia, dimostrando la propria estraneità alle accuse gravissime.