Caso rimborsi: ipotesi dimissioni per l’ex sindaca Renata Tosi

Potrebbe essere costretta a lasciare la carica di consigliere in base a un articolo del testo unico degli enti locali. Pullè: "Renata non farà passi indietro e darà battaglia". De Pascale: "Ha percepito soldi che non le spettavano".

Caso rimborsi: ipotesi dimissioni per l’ex sindaca Renata Tosi

Caso rimborsi: ipotesi dimissioni per l’ex sindaca Renata Tosi

L’ex sindaca Renata Tosi potrebbe essere costretta a lasciare il consiglio comunale. Tutto parte dall’atto della commissaria prefettizia, che l’ha chiamata a restituire 87mila euro ottenuti per fare fronte a tre procedimenti penali a suo carico. L’amministrazione comunale ha poi approvato l’azione giudiziaria nei confronti dell’ex sindaca per recuperare gli 87mila euro. Un articolo del testo unico degli enti locali (il 63) dice che "colui che ha lite pendente, in quanto parte di un procedimento civile od amministrativo, rispettivamente, con il Comune o la Provincia non può ricoprire la carica di consigliere comunale". Da qui l’ipotesi dimissioni che, però, la stessa Renata Tosi smentisce categoricamente. "Stanno girando – dice Fabrizio Pullè, segretario delle liste civiche di centrodestra e avvocato – voci false ed infondate sull’ipotetica sua dimissione, in relazione alla richiesta che il Comune ha avanzato nei suoi confronti di restituzione di onorari legali anticipati. Al di là del fatto lei stessa ha più volte riferito che c’è una apposita copertura assicurativa sul rimborso delle spese legali e che, a oggi, non è arrivata alcuna comunicazione di diniego". Dito puntato contro il "metodo politico delle sinistre usato per ‘eliminare’ fisicamente dal consiglio comunale un consigliere eletto democraticamente". Pullè osserva: "Non solo la Tosi non si dimetterà, ma annuncia la battaglia più ferrea per il rispetto della volontà democratica, ritenendo assurdo che si possa pensare di ‘far dimettere’ un consigliere solo perché l’avversario politico intenti una causa, ritenuta infondata nel merito, e anche poco fondata dal Comune. Sarebbe l’ennesimo escamotage per ‘far fuori’ un avversario scomodo. Vediamo se ne avranno il coraggio". Pullè avverte: "Se verrà usata l’arma giudiziaria e quella amministrativa per eliminare l’avversario politico, la Tosi lotterà come una leonessa, fino alla fine e con lei tutte le civiche".

Sul versante opposto Marco De Pascale di Riccione 2030, pure lui avvocato, chiarisce: "L’azione giudiziaria? Un atto dovuto, che trae origine dalla determinazione della commissaria prefettizia con la richiesta all’ex sindaca della restituzione di 87.135,13 euro, percepiti indebitamente per rimborso di spese legali delle quali non aveva diritto. La Tosi ha percepito somme non dovute, prima della fine dei processi, e già questa è un’anomalia dato che, condizione per ottenerle, era che fosse assolta, se non c’è ancora sentenza non può esserci assoluzione. In ogni caso in uno di quei processi è stata condannata a venti giorni di reclusione sostituiti con pena pecuniaria di 5mila euro. In un altro ha beneficiato della particolare tenuità del fatto. Non c’erano quindi le condizioni per rimborsarle le spese. Per legge. Per cui l’assicurazione non le ha rimborsate al Comune. Con la determinazione di novembre quindi è stato accertato l’obbligo di restituire le somme. Avanzata formale richiesta di pagamento, essendo vano ogni tentativo di ottenere il pagamento spontaneo, il Comune è obbligato ad agire in giudizio, dovendo recuperare danaro pubblico. È legge dello Stato, non della Angelini".

Nives Concolino