Concessioni ’scadute’ Comuni nel caos "Per organizzare i bandi soltanto quattro mesi"

La sentenza del Consiglio di Stato boccia la proroga di un anno. Entro il 31 dicembre andranno definite le procedure per le aste. Legacoop in pressing sul governo: "Spetta al Parlamento agire".

Concessioni ’scadute’  Comuni nel caos  "Per organizzare i bandi  soltanto quattro mesi"

Concessioni ’scadute’ Comuni nel caos "Per organizzare i bandi soltanto quattro mesi"

Una spiaggia senza bagnino e senza servizi, incluso quello di salvamento. Una spiaggia che di colpo torna nelle mani dei Comuni che dovranno gestirla per conto del Demanio, senza avere strumenti per indire gare pubbliche veloci, e con il rischio di aprire la strada alla stagione dei ricorsi legali invece che a quella estiva. Dopo l’ultima sentenza del Consiglio di Stato che ha ritenuto illegittima la proroga della durata delle concessioni demaniali di un anno voluta dal governo Meloni e inserita nel decreto Milleproroghe, bagnini e amministrazioni comunali si appellano al governo. Legacoop non usa mezze misure: "L’incertezza sulle concessioni balneari mette a rischio il modello turistico emiliano-romagnolo: aperto, accessibile, a prezzi popolari, innovativo e organizzato, con un sistema di salvamento tra i migliori al mondo. Le concessioni scadranno il 31 dicembre di quest’anno, poi è prevista una gara pubblica. Serve una decisa guida nazionale, concertata con il settore, per accompagnare la transizione" dicono Paolo Lucchi presidente Legacoop Romagna, e Stefano Patrizi responsabile regionale cooperative Balneari di Legacoop. Il problema sta nelle cosiddette gare pubbliche. Da anni ormai i Comuni sono in attesa dei decreti attuativi su cui basare le gare per affidare le concessioni demaniali. I decreti non ci sono e nei municipi gli uffici di settore sono rimasti per lo più fermi. Procedere per gare fondate su principi differenti rispetto a decreti che potrebbero arrivare last minut aprirebbero la strada a una pioggia di ricorsi. Così poco o nulla si muove. A Palazzo Garampi hanno provato a portarsi avanti con i lavori. "La scadenza del 31 dicembre 2023 è vicinissima - attacca l’assessore al Demanio Roberta Frisoni -. Stiamo ragionando su modelli di bandi per le evidenze pubbliche, ma lo stiamo facendo al buio". Questo perché "senza quei decreti attuativi che stiamo aspettando e che ancora il governo non ha emanato" si rischia di ritrovarsi in una condizione surreale "in cui ogni Comune costiero finisce a gestire demanio dello Stato, con le enormi possibilità di contenzioso che ne conseguirebbero". Ma per i municipi non sarebbe nemmeno possibile lavarsene le mani, costretti ad attivarsi per gestire l’arenile in mancanza di concessionari. In qualche modo "dovremo farci trovare pronti" ribatte l’assessore, mentre i sindacati dei bagnini tornano in pressing su Roma. "Spetta al governo e al Parlamento definire una normativa certa" dicono da Legacoop, altrimenti "c’è un il rischio che ogni Comune possa produrre un sistema di evidenze pubbliche a sua completa discrezione. Si creerebbe così ancora più confusione, incertezza e disparità di trattamento tra località ed imprese. Le pubbliche amministrazioni locali, penalizzate dalla scarsità di personale, rischiano di dover affrontare un’enorme mole di lavoro nuovo e complesso in pochissimi mesi mettendo in gravissima difficoltà se stessi e le imprese". Il tempo stringe e Legacoop chiama in causa "i parlamentari locali, affinché sappiano scegliere di confrontarsi con tutti i protagonisti della nostra offerta turistica".

Andrea Oliva